
Fuori corsa, Glory Radio, The Phantom, The Psichedelic Princess Project. Definitivamente i The Smugness. Molti nomi, qualche sogno e un’identità ancora da definire. Tommy, Mejer, Gabo e Vanni sono quattro amici alla ricerca di un nuova colonna sonora per la propria vita. Vanni Puliti per esempio ha un nome e uno stile di vita molto poco rock, ma sa che inseguendo le proprie illusioni potrà sentirsi appagato. Non ha una ragazza, né una direzione precisa all’università, ma sa bene quello che vuole dal suo gruppo. Dai The Smusgness, che letteralmente significa “Sciocca vanità, mediocrità”, pretende molto di più. Vuole che un riff esistenziale catapulti la propria band in un futuro fatto di musica e passione. Vanni ha una leggera invidia per il bassista e suo migliore amico Gabo. Un adone nella penombra, a volte cinico, altre sognatore. Fra concerti, salsicce, amori, feste dell’Unità, vecchi che si fomentano per "I watussi" scorrono le vicende, narrate in quattro quarti. Filosofia e cazzeggio sono compagni di viaggio inseparabili di Vanni & Co. In un futuro di provincia e prospettive ordinarie, nasce un sogno leggero, come solo la musica sa essere...
Esistono autori che sorprendono fin dal primo romanzo: bene, Daniele Pasquini è certamente fra questi. Il suo Io volevo Ringo Starr è un capolavoro di realtà. Il giovane toscano crea personaggi, atmosfere e sapori in cui tutti gli appassionati di musica e vita possono facilmente riconoscersi. Figure sospese fra la fantasia e la normalità dettano lo scorrere lento e piacevole di un romanzo che colpisce per la sua semplicità. Nelle feste di Scandicci, nelle salite di Fiesole rivivono con leggiadria dispute comuniste, musicali, sessuali, giovanili. Coesi in una duplice chiave di lettura, classica e anticonformista allo stesso tempo, gli argomenti scivolano con eleganza in uno stile pop, molto “vision”. Calde giornate d’estate fiorentine, una Santacroce abbandonata anche dai punkabbestia e i circoli della provincia si accavallano e convivono nel retroscena con gusto e sarcasmo. Consigliato a tutti quelli che odiano i film di Paolo Virzì perché pensano che si possa raccontare l’Italia senza farne per forza una macchietta. A tutti gli amanti di "Money" dei Pink Floyd. A quelli che non saprebbero scegliere fra David Gilmour e Syd Barrett. Ideale per tutti quelli che d’estate si farebbero volentieri un’altra birra prima d’andare a dormire. Una lettura per riscoprire il ruolo della musica nella vita, senza mai uscire dalla nostra “Tana”.
Esistono autori che sorprendono fin dal primo romanzo: bene, Daniele Pasquini è certamente fra questi. Il suo Io volevo Ringo Starr è un capolavoro di realtà. Il giovane toscano crea personaggi, atmosfere e sapori in cui tutti gli appassionati di musica e vita possono facilmente riconoscersi. Figure sospese fra la fantasia e la normalità dettano lo scorrere lento e piacevole di un romanzo che colpisce per la sua semplicità. Nelle feste di Scandicci, nelle salite di Fiesole rivivono con leggiadria dispute comuniste, musicali, sessuali, giovanili. Coesi in una duplice chiave di lettura, classica e anticonformista allo stesso tempo, gli argomenti scivolano con eleganza in uno stile pop, molto “vision”. Calde giornate d’estate fiorentine, una Santacroce abbandonata anche dai punkabbestia e i circoli della provincia si accavallano e convivono nel retroscena con gusto e sarcasmo. Consigliato a tutti quelli che odiano i film di Paolo Virzì perché pensano che si possa raccontare l’Italia senza farne per forza una macchietta. A tutti gli amanti di "Money" dei Pink Floyd. A quelli che non saprebbero scegliere fra David Gilmour e Syd Barrett. Ideale per tutti quelli che d’estate si farebbero volentieri un’altra birra prima d’andare a dormire. Una lettura per riscoprire il ruolo della musica nella vita, senza mai uscire dalla nostra “Tana”.