
Nel Golfo di Napoli ci sono tre isole che hanno da sempre ispirato poeti e scrittori. Luoghi della memoria capaci di evocare un passato radioso ed un presente romantico. Persino Stendhal nel suo viaggio italiano consigliava di recarsi a Ischia per sconfiggere la malattia tipica di chi straniero si trovava per un lungo periodo romano, quella noia che ottenebrava la vista dopo un mese nella capitale del “governo dei preti”. Ischia aveva e ha la soluzione ad ogni tipo di problema fisico o mentale. È pur sempre nata da uno scontro titanico, letteralmente, ovvero quello tra Tifeo e Zeus, che catturato in una grotta, una volta uscito, si vendica lanciando sul titano una roccia che lo intrappola nell’acqua del Mar Tirreno. Non gli fu utile dimenarsi, provocando i terremoti che tanto hanno afflitto l’isola, e gli rimase soltanto di accettare il suo triste destino; un destino che commosse la Dea Afrodite, che con un atto di generosità trasformò le lacrime di Tifeo nella ricchezza di Ischia, le acque termali. Le leggende, ovviamente, risiedono in questo tratto di mare e non ci si stupisce di fronte alla natura mitologica di queste tre perle del Mediterrano. Capri, ad esempio, è ricordata come la dimora delle Sirene. Sembra quasi possibile scorgere la nave al cui albero Ulisse fu costretto a legarsi per non sottostare alle lusinghe di quegli esseri pericolosi. L’isola delle star, degli attori di Hollywood e dei pettegolezzi internazionali, Capri e la sua piazzetta, o quella Grotta Azzurra che orde di turisti visitano mettendosi educatamente in fila e seguendo il rituale incluso nel prezzo di ingresso. E poi c’è Procida, “l’isola che non c’è…un piccolo scrigno fuori dal mondo”, lontana dalla fama patinata delle sue vicine, il buen retiro degli intellettuali più discreti, l’Isola di Arturo, che rapisce il visitatore con i suoi scorci e silenzi…
Alessandro Rubinetti è un veterano delle visite teatralizzate nel nostro Paese, di cui questo libro è la “summa esperienziale”. Con la sua Compagnia del Teatro Reale ha accompagnato numerosi gruppi di italiani in luoghi spesso poco conosciuti come Ostia Antica o il Cimitero Acattolico del Verano. La sua passione per il rapporto esistente tra Uomo e Luogo e il suo personale concetto di teatro, basato sulla natura come palcoscenico della cultura, sono il fulcro che muove questa guida sui generis, o meglio, come la definisce lo stesso autore, questa sceneggiatura in cui, perfettamente in linea con quanto dichiarava il grande sceneggiatore italiano Age, si riesce a vedere, percepire le storie raccontate. Il viaggio sulle tre isole su cui si affacciano, come dirimpettaie curiose e affascinanti, Napoli e Sorrento è strutturato su un periodo di sette giorni. Il viaggiatore potrà, quindi, a propria discrezione, decidere se seguire i suggerimenti offerti nell’arco temporale proposto oppure dividere la propria esperienza in due o più weekend. L’ispirazione nasce da un numero incredibile di fonti: testimonianze letterarie, programmi televisivi, riviste, romanzi, lettere di scrittori intenti ad evolvere se stessi durante il Grand Tour o blog moderni. Gli spunti sono davvero tanti e se è vero che si riesce a leggere il volume nel tempo che impiega il traghetto a raggiungere dalla terraferma queste mete da sogno, allora, è consigliabile fare scorta di conoscenze prima di sbarcare al primo molo disponibile. Sempre, ovviamente, “alternando la lettura della guida con la visione del meraviglioso golfo circostante”.