
Graphic Poetry: non Graphic Novel. L’artista Davide Passoni, brianzolo, classe 1985, dà vita a un insolito esperimento: si domanda qual è la forma della memoria, e quale la forma dei ricordi: come si può rappresentare qualcosa quando diventa, progressivamente, sempre più lontana, sino a diventare una sfumatura impercettibile. E allora va ibridando poesie, disegni e documenti, disegni realizzati in assonometria isometrica, per dare al pubblico le istruzioni basic per il viaggio nello spazio-tempo, andando per la dimensione dei ricordi. Momento: cosa sono le assonometrie? Spiego (provo): si tratta di proiezioni parallele. Sono un metodo efficace per rappresentare lealmente un oggetto tridimensionale con una sola immagine, con un effetto tendenzialmente simile a quello della nostra percezione della realtà. Tendenzialmente: possono capitare deformazioni e alterazioni che potremmo chiamare “illusioni”. Proprio come capita coi ricordi: tendenzialmente sono leali a ciò che è accaduto, tuttavia molto raramente assolutamente esatti; e soprattutto, destinati a svanire. Quanto dura la memoria? Non c’è risposta. Non può esistere. L’epilogo è il silenzio, questo sì. È forse il nulla, il silenzio? Scrive Topazio Perlini, nella prefazione: “Qui abbiamo tante linee belle dritte, che vanno da tutte le parti e ci indicano zone impervie di noi stessi, dove arrampicarci gioiosamente”: e ancora: “Verso la consapevolezza che ogni cosa che accade (che ci accade) è l’incrocio perfetto, perché unico, di fattori vettoriali che ci piovono addosso da tutte le dimensioni”, perché “siamo coincidenze, incontri e scontri di linee, spinta, materia, incroci di incroci e di cose non accadute”. Il poeta Passoni dipinge la sua vita serpeggiante per inerzia, rimbalzare tra lavoro e post lavoro tra lavoro e post lavoro, tra lavoro e post lavoro: “come stare tra due specchi e osservare l’infinito”, scrive. E va meditando su chi è costretto a massacrarsi di lavoro per sopravvivere: su chi si droga di lavoro per non pensare. Crede che siamo tutti “immersi in una linea del tempo che scorre come una catena di montaggio. Macchine che assemblano macchine, capaci di assemblare macchine per assemblare macchine”. E i sentimenti? E chi si stanca di questo meccanismo? E...
Pubblicato dalla Miraggi nella collana Ink, diretta da Francesco Maria Marchianò, già apprezzata per la micidiale graphic novel tratta da R.U.R. Rossum Universal Robots di Čapek, Isometria della memoria è una personalissima “graphic poetry”, radical, scombinata e coraggiosa. Secondo Giovanni Marinovich, uno dei due postfatori, “l’impresa della regia per la narrazione in immagini, in questo spazio illustrativo, in questo ghiacciaio dal reticolo senza scampo, è qualcosa di peculiare. Pensare di riuscirci con una progettazione strutturata a pagine doppie in continuo dialogo ritmico, quasi folle”. Un’ambizione sfrenata dà vita a un oggetto editoriale che è più o meno un ufo: mezza poesia, mezza sperimentazione lisergica, mezza meditazione sulla memoria, mezza eternazione di un dramma famigliare di diverse generazioni fa, mezza speculazione sull’alienazione e sulla dissociazione, sul “meaning of life”, per dirla coi Monty Python, e sulle coincidenze. L’impatto è ondivago: quando prepotente, quando appena percettibile, quando pleonastico, quando ridondante, quando troppo autoreferenziale. Sempre estremamente personale, sempre a rischio retorica e tuttavia direi raramente ombelicale. In appendice alla bella edizione Miraggi, illustrazioni inedite dell’autore, ideate per «Burro Rivista» nel 2021, in b/n; poi la copertina di un vinile di Dj Myke aka Micionero, in versione b/n; poi un disegno che sembra uno spinoff di questa Isometria della memoria, chiamato “Ecomonster”, un’altra illustrazione in b/n apparsa su «Megazinne Rivista» nel 2021 e una cover art per KyotoLP in b/n. Chiudiamo con qualche cenno sull’autore. Davide Passoni è poeta, illustratore e musicista; animatore sociale esperto in Musicoterapia. Frequenta i palchi dei Poetry Slam dal 2005; nella bandella leggiamo che si aggira per locali, teatri, circoli, festival, piazzette e parchetti dando voce alle parole che scrive.