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Jane Eyre

Jane Eyre

La signora Sarah Reed è stata costretta a prendere sotto la sua protezione la piccola Jane, nipote del marito defunto rimasta orfana in tenera età, sebbene non voglia accettarla. Anche i suoi figli dimostrano antipatia e rancore nei confronti della bambina, che rivela un carattere forte e insofferente dei soprusi quando John, il genito maschio della signora Reed, per l’ennesima volta la tratta con disprezzo. Alla reazione inaspettata di Jane segue una dura punizione: dovrà rimanere tutta la notte chiusa in una stanza buia. A nulla valgono le suppliche della bambina, che prima dell’alba avverte un forte malore. Il farmacista, chiamato dalla signora Sarah per accertarsi dello stato di salute di Jane, si rende conto della sua angoscia e consiglia la padrona di casa di iscriverla in una scuola, dove potrà avere un’educazione adeguata anche rinunciando ai privilegi della classe alto borghese. Segue un periodo di totale esclusione, durante il quale la bambina viene accudita solo dalla balia Bessie Lee, l’unica persona che, al di là della necessaria severità, dimostra verso di lei un certo attaccamento e la consiglia costantemente di temperare il suo carattere. Ma Jane sa che in realtà il suo comportamento è rispettoso e le sue maniere sono molto più garbate degli atteggiamenti delle cugine Eliza e Georgiana, bambine viziate capaci solo di sfoggiare la loro ricchezza e di far pesare la loro presunzione, così quando per lei arriva il giorno di partire per la scuola di Lowood si scaglia contro la zia. Ha intenzione di raccontare alle compagne e alle insegnanti il trattamento meschino che ha subito nei primi anni di vita, ma giunta nel collegio ben presto si rende conto che tagliare definitivamente i ponti con il passato è molto difficile. Il direttore, il pastore mister Brocklehurst, ha ricevuto false informazioni sul suo carattere dalla signora Reed, per evitare che la nuova arrivata dia dei problemi alle insegnanti la presenta con toni di biasimo di fronte a tutta la scolaresca. In quel terribile momento i propositi positivi della povera Jane, che si era ripromessa di impegnarsi per inserirsi al meglio nella sua nuova sistemazione, sembrano destinati a non realizzarsi...

Jane Eyre è il romanzo più intenso di Charlotte Brontë, scrittrice inglese nata a Thornton il 21 aprile del 1816. È la storia di un amore che valica i limiti della società borghese dell’Età Vittoria, per unire due persone distanti a livello dell’origine sociale e dello stile vita, ma emotivamente vicine perché, anche se per ragioni diverse, ambedue sofferenti nell’animo. Jane è una ragazza sola, giunge alla residenza del signor Edward Rochester dopo aver trascorso buona parte della vita a Lowood senza aver mai conosciuto un uomo, al di fuori del direttore del collegio; lui, Rochester per l’appunto, ha viaggiato a lungo, può vantare un grande potere economico e rappresentanza politica, ma non è felice, anzi è angosciato quanto Jane, ma il motivo del suo stato d’animo non appare ben chiaro. Nel momento del loro incontro, anche se non hanno la forza di ammetterlo, sia lui che lei vedono nell’altro non solo consolazione, ma soprattutto l’origine di una nuova emozione che emerge lentamente nel loro cuore, ma senza tradire esitazioni. Le regole della società e le persone che li circondano più o meno volontariamente operano per rendere ancora più difficile l’affermarsi dei loro sentimenti. Jane è l’insegnante di Adèle, una bambina francese che secondo una vecchia fiamma di Edward sarebbe sua figlia, che lui a malincuore ha accettato di mantenere; pensare di lasciarsi andare tra le braccia del signore che l’ha assunta è estremamente sconveniente, ma anche per lui avvicinarsi alla ragazza scelta per l’educazione della presunta figlia è un comportamento assai audace. Ultimo ostacolo la notevole differenza di età. Eppure tra i segreti di Thornfield Hall e la gabbia delle regole sociali, nella paura e nel destino avverso, il signor Rochester e Jane riescono ad esprimere i loro sentimenti. A raccontarci la sua triste e sofferta storia è la protagonista stessa, narratrice di un romanzo di formazione, che offre al lettore non solo la sua biografia, ma anche una lunga riflessione sulla necessità di evitare che l’individuo non possa esprimersi come vorrebbe; da questo punto di vista il messaggio del romanzo resta valido tutt’oggi. Delle tre sorelle Brontë, Charlotte era la maggiore. Fin dall’infanzia la futura scrittrice era solita trascorre gran parte del tempo in compagnia solo delle sorelle Emily e Anne e del fratello Branwell; i bambini giocavano a inventare storie di vario genere, creandosi un mondo immaginario. Dopo aver ricevuto un’istruzione non regolare passando da due collegi, Charlotte per breve tempo si dedicò all’insegnamento prima del matrimonio, momento che coincise con l’inizio della sua attività letteraria. Il suo romanzo di esordio fu Il professore, a cui seguì il successo di Jane Eyre che suscitò numerose critiche da parte dei benpensanti, perché sovvertiva in modo audace le regole della società vittoriana. Indubbiamente l’opera presenta un chiaro aspetto autobiografico. Sempre di Charlotte Brontë sono Shirley e Villette, pubblicati rispettivamente nel 1849 e nel 1852. La scrittrice è morta a Haworth il 31 marzo del 1855.