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Jewish lives matter – Diritti umani e antisemitismo

Jewish lives matter – Diritti umani e antisemitismo

In molti durante gli anni si sono occupati di antisemitismo, per combatterlo alla radice. Hanno fallito però, dato che questa piaga è cresciuta e si è fatta addirittura esplicita, sfacciata. L’antisemitismo ha però astutamente cambiato pelle, trasformandosi in odio per Israele. Il tutto paradossalmente in nome dei diritti umani. In nome di ciò si è spesso generato un sentimento di repulsione per una delle più importanti espressioni del popolo ebraico, ossia Eretz Israel appunto. Un esempio plastico di questo fenomeno si è verificato, ad esempio, con l’Operazione Guardiano delle mura del 2021. I fotogrammi del lancio di razzi sparati da militanti da Hamas da Gaza verso Israele sono inequivocabili, così come lo sono quelli del sistema difensivo israeliano Iron Dome che li intercetta. Inequivocabili ma non a sufficienza per tutti, evidentemente. Da Parigi, a Londra, passando per New York le piazze si riempiono di persone che urlano a squarciagola slogan come “from the river to the sea Palestine will be free”, auspicando la distruzione di Israele proprio come fa la leadership iraniana che costantemente definisce l’unica democrazia del Medio Oriente come “una radice marcita che deve sparire dalla faccia della Terra”. E in momenti come questi, in qualsiasi parte del mondo, basta una kippah o una catenina con il magen David per scatenare aggressioni verbali o addirittura fisiche...

Fiamma Nirenstein, da anni studiosa dell’antisemitismo e della realtà mediorientale, con questo pamphlet utilissimo e dalla chiarezza lampante smonta tutti i meccanismi più subdoli del razzismo antisemita. L’antisemitismo, così come il nazismo, spesso viene percepito come un’ideologia perversa, ormai un po’ antiquata, che faticherebbe a trovare posto nelle nostre società odierne così politically correct. Le menzogne su Israele e sugli ebrei in generale si moltiplicano invece, anche e soprattutto tra chi ritiene di trovarsi dalla parte giusta della Storia. Prendiamo, ad esempio, l’assunto “Israele suprematista bianco”. Bisognerebbe chiederne cosa ne pensa un ebreo yemenita o un ebreo etiope. Tutti bianchi e suprematisti. Altra accusa: “Israele pratica l’apartheid”. Anche in questo caso basterebbe farsi un giro in un ospedale di Gerusalemme e Tel Aviv e vedere pazienti arabi ed ebrei condividere la stessa stanza e le stesse sofferenze. Oppure dare un’occhiata al collegio di giudici che hanno condannato per molestie sessuali a cinque anni l’ex presidente della repubblica israeliano Moshe Katzav e scoprire che uno dei tre è un arabo. Un libriccino prezioso insomma, per non farsi imbrogliare dalle troppe propagande del nostro tempo e perché “la storia mostra che quando l’antisemitismo prevale, allora la società che lo tollera e magari ne fa un fine si rovina e decade”.