
Una giovane coppia torna a casa dopo un viaggio stancante. L’aria tra i due è tesa: lui è esausto per aver guidato in mezzo a un traffico senza sosta e rumoroso, mentre lei stava leggendo un libro triste, la tragica storia di una coppia che, alla perdita del figlio, non riesce a ritrovare l’intesa tanto che il loro rapporto sembra sfaldarsi giorno per giorno sempre di più, fino alle più terribili conseguenze. La ragazza esce di nuovo per comprare qualcosa per cena, lui l’aspetta per quattro lunghe ore. Nel frattempo ha lavato i piatti, ha fumato una sigaretta, ha letto qualche pagina ancora di quel romanzo che non vuole proprio arrivare a un lieto fine. Non sapendo più cosa fare o come rintracciarla - il cellulare di lei è rimasto sul divano - esce per cercarla, provando a immaginare il percorso che potrebbe aver fatto. Sono due percorsi che non riescono a incrociarsi perché disobbediscono alle regole di chi si è smarrito: restare fermi nel luogo in cui ci si trova e attendere lì i soccorsi. Invece i due si ostinano a cercarsi in luoghi che oramai ospitano solo tracce del loro passaggio, sono forme vuote e tratteggiate, sono fantasmi che parlano e suggeriscono di fare ritorno a casa, ma vengono inascoltati. Nella loro testa si aprono invece scenari sempre più tragici e sempre più simili a quelli dei personaggi del romanzo rimasto sul divano ad attenderli assieme alla cena che si sta freddando…
Tenersi stretti, non lasciar andare un legame anche quando si fa sottilissimo, condividersi anziché dividersi. In questo progetto durato vent’anni di studio e lavoro, il fumettista statunitense Jordan Crane condensa il senso di vuoto e abbandono quando ci sentiamo soli, quando ci dividiamo e non siamo più capaci di ritrovarci. Intrecciando le storie dei due protagonisti e dei personaggi del romanzo che stanno leggendo, Crane trasforma il fumetto in una sorta di storyboard per un film ancora da girare. Immersi in un verde dentro al quale tutto fluisce, sono soprattutto le assenze a parlare, le intuizioni inascoltate che la paura sotterra, mette da parte per dare sfogo alle ansie che dipingono nella nostra testa scenari sempre più tragici. Keeping two descrive ciò che ci divide, disegna i non detti che scavano solchi tra di noi. Nella tragicità della trama di un romanzo abbandonato sul divano troviamo invece le grandi perdite, i distacchi enormi e di cui non abbiamo colpa ma che rischiano di sbriciolare anche i legami più forti. Sono prove di vita, impossibili da mettere in conto, ma che chi è chiamato ad affrontare non può farlo da solo. Dunque, in questo senso, il fumetto di Jordan Crane non racconta solo della perdita ma anche del suo opposto. Esorta a stare uniti, a non lasciar andare l’altro, a intuire sue paure prima che queste lo abbattano. Siamo individui fatti di un corpo ma che la natura, come fossimo alberi, ha pensato di far crescere assieme perché diventassimo boschi.