
Da una settimana Charley e suo padre si sono trasferiti da Spokane a Portland. Ormai va così da anni: appena si sistemano in un posto, è già ora di andar via. Il padre non dà mai spiegazioni, nemmeno su cosa sia successo alla madre del ragazzo o per quale motivo zia Mary da tempo non si faccia più vedere. Ad ogni modo Charley non si perde d'animo: tira fuori tutta la forza che ha e ogni giorno si allena – addominali, flessioni e tanta corsa – sperando così di esser ammesso nella squadra di football del liceo. Correndo per la città, un giorno arriva fino all'ippodromo e lì aiuta un vecchio di nome Del a cambiare una ruota di un pick-up scassato. Del organizza corse di cavalli ed è scorbutico e volgare, ma ha bisogno di qualcuno che gli dia una mano con Lean on Pete, un quarter horse di cinque anni. Charley non può che offrirsi: suo padre ha dormito fuori anche stanotte, lui non ha più un soldo da parte e ha tanta, troppa fame...
Terzo romanzo di Willy Vlautin, La ballata di Charley Thompson è un romanzo on the road con tutte le tipicità del genere: le lunghe strade che non finiscono mai, gli incontri casuali, l'autostop, la benzina che manca e un paio di fermate al fast food. Protagonista è un quindicenne abbandonato dalla madre in tenera età e accudito da un padre non certo modello, che nelle peggiori situazioni impara a cavarsela da solo – e non sempre in modo onesto. La citazione di Steinbeck che fa da epigrafe al romanzo non è casuale: alcuni personaggi minori sembrano usciti da Furore o da Uomini e topi (Lennie, ad esempio, per il suo nome e in parte anche per la sua storia). In aggiunta, c'è anche un pizzico di Dickens – soprattutto nel personaggio del disonesto Del che somiglia molto al Fagin di Oliver Twist. Quel che ne vien fuori è un libro agrodolce, sempre sospeso tra la leggerezza di un'avventura per ragazzi e il peso di certe frasi aspre, pronunciate da individui ai bordi della società. Oltre che scrivere, Vlautin canta nei Richmond Fontaine: nel pezzo “A Ghost I Became” – con sua voce roca, sofferta, eppure a suo modo calda, come la sua scrittura – racconta di un ragazzino incontrato in una stazione di servizio nel New Mexico. Vien da immaginare che sia Charley, in uno dei suoi giri.
Terzo romanzo di Willy Vlautin, La ballata di Charley Thompson è un romanzo on the road con tutte le tipicità del genere: le lunghe strade che non finiscono mai, gli incontri casuali, l'autostop, la benzina che manca e un paio di fermate al fast food. Protagonista è un quindicenne abbandonato dalla madre in tenera età e accudito da un padre non certo modello, che nelle peggiori situazioni impara a cavarsela da solo – e non sempre in modo onesto. La citazione di Steinbeck che fa da epigrafe al romanzo non è casuale: alcuni personaggi minori sembrano usciti da Furore o da Uomini e topi (Lennie, ad esempio, per il suo nome e in parte anche per la sua storia). In aggiunta, c'è anche un pizzico di Dickens – soprattutto nel personaggio del disonesto Del che somiglia molto al Fagin di Oliver Twist. Quel che ne vien fuori è un libro agrodolce, sempre sospeso tra la leggerezza di un'avventura per ragazzi e il peso di certe frasi aspre, pronunciate da individui ai bordi della società. Oltre che scrivere, Vlautin canta nei Richmond Fontaine: nel pezzo “A Ghost I Became” – con sua voce roca, sofferta, eppure a suo modo calda, come la sua scrittura – racconta di un ragazzino incontrato in una stazione di servizio nel New Mexico. Vien da immaginare che sia Charley, in uno dei suoi giri.