
La processione della Santa - Sant’Agata - per le vie della città sta per concludersi. Anni fa, il fercolo con l’immagine della patrona di Catania arrivava alla salita di Sangiuliano prima che nascesse il sole. Ora, invece, transita da quel luogo quando si ode il nono rintocco della campana e la Santa viene ricondotta in Cattedrale con notevole ritardo. Estelle e Nina hanno seguito la processione per tutta la notte e ora, sedute su un gradino del basamento che sorregge l’elefante - il famoso Liotru - di piazza Duomo, sono stremate. Estelle vorrebbe andare a fare colazione, ma Nina è attirata dal portone spalancato del municipio di Catania. Sono in Italia da tre mesi le due studentesse - entrambe fruitrici di un progetto Erasmus - e non hanno ancora visitato il palazzo più importante della città. L’occasione è, quindi, ghiotta assai e non se la lasciano certo sfuggire. Nell’androne del palazzo ci sono due carrozze, di diversa fattura e dimensione. Sono le carrozze del Senato, quelle che hanno sfilato per la città in apertura della festa di Sant’Agata. Nina si avvicina alla carrozza più grande e scatta una foto. Poi prova a tirare la maniglia e la portiera cede subito. Gettando un’occhiata all’interno, l’occhio delle due viene attirato da quello che sembra un piede. Nina sporge la testa per osservare meglio e urla come mai ha fatto in vita sua. Quando il vicequestore aggiunto Giovanna Guarrasi, detta Vanina, entra in ufficio, poco prima di mezzogiorno, non fa in tempo a spartirsi la seconda colazione della giornata con l’ispettore capo Carmelo Spanò, che la telefonata del sindaco irrompe negli uffici e impone la sua presenza in municipio: all’interno di una delle carrozze del Senato è stato appena trovato il cadavere di un uomo…
Quando, il 23 maggio 1992, nei pressi di Capaci, una carica composta da tritolo e nitrato d’ammonio esplose uccidendo il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie e tre uomini della scorta, Cristina Cassar Scalia aveva quindici anni. La scrittrice, originaria di Noto ma da anni residente a Catania, ha cominciato a chiedersi, da quel momento, cosa si nascondesse davvero dietro quell’orrore. Gli interrogativi che hanno accompagnato la sua vita da quel momento sono stati pian piano traslati sul piano narrativo e le hanno permesso di dar vita a un personaggio riuscitissimo e molto amato. Giovanna Guarrasi – Vanina - vicequestore palermitano di stanza a Catania, è una capa tosta: rigorosa e grintosa sul luogo di lavoro, diventa tenerissima tra le mura domestiche, dove si concede di sognare davanti a vecchi film, mentre inzuppa biscotti nel latte e si fa coccolare dal calore di una coperta. Giunta ormai alla sua sesta avventura, la donna ha imparato a fare i conti con la realtà che la circonda, una realtà in cui un ruolo importante è quello ricoperto da Paolo - il magistrato palermitano che ha cercato in ogni modo di allontanare dalla sua vita ma che ne rappresenta un aspetto fondamentale - e dal contesto nel quale questi vive: la città di Palermo e la nuova dimensione in cui si muove quel cancro mai debellato che è la mafia. Ed ecco allora che la narrazione, partendo da un omicidio consumato nei giorni della festa più nota di Catania che celebra Sant’Agata, si stacca a intervalli dal racconto delle indagini volte a smascherare il colpevole, per accompagnare Vanina a Palermo, dove la morte del padre, avvenuta parecchi anni prima presumibilmente per mano mafiosa, ancora grida vendetta. E la Guarrasi non si risparmia e desidera arrivare alla verità. Come sempre, quel che l’autrice regala al lettore è una storia che cattura e convince, una vicenda che incanta con il racconto di una terra bellissima e misteriosa, con le sue crepe, i suoi colori e i suoi scorci mozzafiato. Il linguaggio infarcito di inflessioni dialettali rende ancor più realistico uno scenario sul quale si muovono personaggi ben caratterizzati, cui il lettore non può far altro che affezionarsi. Con le avventure della Guarrasi è sempre la stessa storia: non si vede l’ora di arrivare all’ultima pagine del libro per poi, ogni volta, avvertire una profonda nostalgia per Vanina e augurarsi di poterla incontrare di nuovo il prima possibile, perché se ne avverte fin da subito la mancanza.