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La casa al civico 6

La casa al civico 6

Siamo ad Ostrava, città del carbone e delle industrie pesanti, nella Repubblica Ceca di fine anni novanta primi duemila. In passato le miniere e le fabbriche sono state per anni il richiamo per quella parte di popolazione che più pesantemente aveva risentito della grande crisi: lavoro e casa sicuri, garantiti dal regime. “Una città grigia, gente grigia, e grigi erano spesso anche i pensieri nelle loro teste”. Le fabbriche oggi sono ormai dismesse, chiuse e abbandonate, alcune sono state riconvertite. “Chi non era scappato per tempo, era rimasto imprigionato per sempre nel tetro mondo delle fabbriche e dei casermoni prefabbricati”. Adam Vejnar è un investigatore della polizia criminale di Ostrava. Gli capita spesso di restare al distretto fino a notte fonda, concentrato sui casi assegnati. Questa volta però è la telefonata di una donna a trattenerlo in ufficio. La madre di Martin Prchal, scomparso da un anno e il cui caso è stato archiviato, insiste per avere risposte. Era stato un collega ad occuparsene, ma Vejnar ormai non riesce a togliersi il caso dalla testa. Riesce a farlo riaprire e a farselo assegnare. Studiando i fascicoli degli interrogatori si convince che Martin sia stato assassinato e che il colpevole debba essere ricercato all’interno del condominio in cui viveva al momento della scomparsa. Convinzione che matura ancor più non appena riesce a rintracciare il palazzo in questione. Ai confini della città, a ridosso dei cancelli della grande fabbrica ormai dismessa, in via U Trati 6, potrebbe sembrare anch’esso abbandonato…

Vorrebbe sembrare un poliziesco e invece, con il pretesto dello svolgersi dell’indagine, si apre una finestra sull'attuale società ceca, ormai decenni dopo la caduta del regime comunista. I personaggi che abitano il palazzo in decadenza di via U Trati 6 sono legati l’uno all’altro da segreti condivisi, ricatti e pregiudizi. Un passato in un ambiente comune li ha resi meschini e nemici, ma al tempo stesso solidali. In effetti si riesce ad intuire abbastanza presto quale sarà il finale dell’indagine, dove e come sarà ritrovato il cadavere dello scomparso, mentre il vero tema della narrazione è lo srotolamento degli intrecci fra le vite degli abitanti del condominio. Il quadro finale è tristemente sconcertante. Persone incapaci di lungimiranza, talmente ferme sui propri obiettivi a breve termine, non troppo più in là del loro status attuale, che finiscono per rendere la propria vita sempre più misera. L’abitudine ad essere guidati durante il regime comunista li ha resi incapaci di prendersi delle responsabilità, di scegliere di cambiare e che pur di restare nello status quo, sono disposti ai peggiori intrighi. Una lettura tutto sommato gradevole e per certi versi interessante per l’analisi lucida e profonda delle personalità emerse nei caratteri che popolano il palazzo di Ostrava.