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La casa mangia le parole

La casa mangia le parole

È il trentuno dicembre 2011 e l’ingegner De Stefani attende nella propria auto, una Volkswagen Polo targata Roma, la moglie che lo sta per raggiungere. Tra i due sembra ormai essere tutto definitivamente finito. La vede arrivare sulla Classe A che hanno comprato insieme l’anno prima e parcheggiare in malo modo tra altre due auto. La donna scende e inizia a cacciare numerosi pacchi regalo dalla propria auto prima di salire su quella del marito. Sono diretti a casa dei genitori di lei per trascorrere, come ogni anno, San Silvestro con loro. Da fuori i due sembrano una coppia come tante: benestanti, di successo, fortunati. Ma la verità è che la loro relazione è al capolinea anche se nessuno dei due ha il coraggio di rompere quella bolla di apparenza che li avvolge e li presenta agli occhi del mondo come emblema dell’armonia e dell’affiatamento. Nessuno dei due sembra riuscire a trovare il coraggio per far scoppiare l’apparente incanto, liberarsi dai “non detto” che avvinghiano la loro vita e confessare tutto ai genitori della donna. Il viaggio in auto è irto di tensioni e battibecchi e sembra interminabile. Ogni minimo gesto dell’uno sembra infastidire l’altra e viceversa. E ciò che si prospetta dinanzi a loro è una lunga giornata trascorsa forzatamente insieme e nel comune impegno di fingere e mentire. Ma soprattutto nessuno dei due ha idea di cosa sta per accadere nell’anno che sta per schiudersi davanti alle loro vite…

È così che inizia La casa mangia le parole di Leonardo Luccone, un romanzo sorprendente per la capacità di indagare aspetti sociali e intimi di una famiglia come tante alle prese con problemi che spesso appaiono troppo grandi per essere superati. Molti i temi toccati: dalla rottura della relazione matrimoniale, alla dislessia, dalla crisi dell’istituzione familiare alla decadenza morale della società odierna, dalle problematiche ambientali alla decadenza del pensiero politico. Un romanzo che descrive meticolosamente ogni scena, si sofferma con sapienza sui dettagli sviscerandoli completamente e immergendosi nel loro senso più profondo per offrire al lettore una narrazione precisa ma scorrevole ed entusiasmante. Il lettore viene coinvolto fin dalla prima pagina e condotto a immedesimarsi nei due coniugi esasperati, viene indotto a percepire il disagio e l’astio coniugale, il senso di sconfitta e di vergogna innanzi al fallimento del progetto matrimoniale. I numerosi salti nel passato aprono finestre sull’esistenza della famiglia protagonista del romanzo consentendo una migliore comprensione del reale tessuto che la avvolge e ne giustifica azioni e comportamenti. L’autore ha saputo condire la sua narrazione con una scrittura lineare e affascinante che si pone al servizio di vicende e temi importanti senza inutili virtuosismi o ridondanze. È una scrittura senza la minima sbavatura, netta, asciutta, incisiva, che sa andare dritta al punto, selezionare, scartare e colpire. Ciò che spicca è inoltre la capacità di Luccone di coniugare microvicende e macrovicende. I piccoli avvenimenti coniugali della coppia e familiari si affiancano, infatti, alle grandi vicende sociali che sconquassano la trama narrativa e l’esistenza dei personaggi. Una lettura estremamente attuale che mentre affascina e intrattiene fa riflettere. Un’opera prima che tale non sembra, tanta è la maestria dell’autore e la sua capacità narrativa.