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La casa nella prateria

La casa nella prateria
Papà, mamma, Laura, Mary e la piccola Carrie si preparano a lasciare la loro casa nel Winsconsin. Fuori fa freddo e la casa è calda e confortevole, è inverno ma bisogna partire ora, quando il Mississippi è ancora ghiacciato. Papà prepara il carro e i cavalli, sistema il violino e il fucile. La famiglia Ingalls lascia così i Grandi Boschi per le praterie dell’Ovest, dove abitano gli Indiani, l’erba cresce fitta e alta, e ancora non è arrivata la civiltà dell’uomo bianco. Il carro parte con il fedele cane Jack al seguito; Laura e Mary, osservano il paesaggio cambiare tra alberi, colline, lupi e pericolosi fiumi da guadare e praterie. È cominciata l’avventura delle praterie…

La casa nella prateria è conosciuta ai più come serie televisiva (andata in onda per ben nove anni) ma non tutti sanno che è tratta dai romanzi, in buona parte autobiografici, della scrittrice Laura Ingalls Wilder. La Wilder iniziò a scrivere la sua storia a 64 anni, nel 1932, quando l’epoca dei coloni sembrava già un ricordo sbiadito. Ma la saga Little House ebbe un enorme successo, e il motivo è facile da capire fin dalla prima pagina: “Spesso Laura sentiva il rumore sordo di un’ascia che non era quella di papà, o l’eco di uno sparo che non veniva dal suo fucile… gli animali selvatici non sarebbero certo rimasti in una regione nella quale viveva così tanta gente”. Quel “così tanta gente” ci lascia un po’ stupiti e un po’ commossi: il mondo di Laura, solo alla fine dell’Ottocento, sembra davvero tutt’altra epoca. Un mondo in cui papà Charles è capace di costruire e aggiustare qualunque cosa e i cavalli dormono appena fuori la porta. Eppure il richiamo della prateria, degli spazi incontaminati, della partenza e dell’avventura è ancora forte in tutti noi. La scrittura della Wilder è scorrevole e non soffre il peso degli anni. Consigliato per adulti e bambini.