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La circonferenza delle arance

La circonferenza delle arance

Bari, vigilia di Natale in una stazione di Polizia. Dopo tre anni nella lontana Sicilia, Lobosco torna nella sua terra da commissario. Portandosi dietro un nome per niente facile: Lolita. La giornata si annuncia difficile: urge caffè per affrontare il primo caso. Violenza sessuale ai danni di Angela Capua, assistente alla poltrona del dentista incriminato. Stefano Morelli, il suo vecchio compagno di liceo, è davanti a lei ed è ancora quel ragazzo affascinante di un tempo. Sprezzante del pericolo, Lobosco resta sola con l’uomo e con la fatica di dover ricacciare indietro tutte le emozioni e i ricordi che si affacciano prepotenti alla mente. La sua versione dei fatti deve restare l’unico oggetto di discussione ma le lacrime di un uomo fanno sempre un certo effetto. Ricompare Lolita ma è necessario che sia il commissario Lobosco a gestire l’interrogatorio. Stefano è tradotto in carcere ed arriva il turno di Angela: esporre i fatti senza lacrime sembra un’impresa faticosa per tutti. Tra un singhiozzo e l’altro, Angela conferma di aver subito una violenza sessuale. Nonostante i suoi rapporti con la famiglia Morelli siano sempre stati idilliaci. Un fulmine a ciel sereno. Come l’arrivo di Chiara, la moglie dell’imputato, in commissariato la mattina di Natale. Va di fretta: ha un aereo prenotato per Parigi. Il volo è ormai perso e il quadro si fa più nitido: moglie, amante e fratello sembra siano in combutta per una vecchia questione societaria…

Primo di una serie di otto casi da affrontare, La circonferenza delle arance è un giallo dai toni rosa, ricco di tradimenti, menzogne e passioni. Soprattutto quelle di Lolita per le arance, da cui nasce il titolo di questo frizzante e divertente romanzo. E si potrebbe dire che le arance ne sono le protagoniste indiscusse: nel titolo, nelle indagini come elemento chiave, e ingrediente principale di tutte le creazioni culinarie del commissario, che alla fine ci regala una carrellata di ricette dal sapore agrumato. Una storia lineare scritta in prima persona che scorre, un intreccio semplice e dialoghi scoppiettanti, un linguaggio diretto (il registro è quello del parlato con numerosi elementi dialettali che però appiattiscono la lettura anziché darle brio), uno stile leggero e il colpo di scena finale (unico elemento di suspense in tutta la trama) contribuiscono a rendere la lettura comunque gradevole. Lontana dallo stile inarrivabile di Camilleri e dal collega Montalbano (che pure compare a sorpresa nelle pagine del romanzo) la pugliese Gabriella Genisi tutto sommato fallisce nel suo tentativo di imitazione pur riuscendo a conquistare due frecce al suo arco: l’irresistibile protagonista femminile, tratteggiata egregiamente nel contrasto tra luci ed ombre che la caratterizzano, e un’ambientazione vivida e coinvolgente che fa da sfondo ma che è capace di trascinare il lettore nel pieno delle tradizioni natalizie. Soprattutto culinarie.