
Settembre 1971. Appena passata la mezzanotte, Armando Calascibetta varca la soglia della presidenza. La paura è tanta ma la voglia di fuggire ancora di più. Nella credenza del frate superiore trova la sua cartella e quella dell’amico fraterno Alfonso Hidalgo, un orfano messicano che ha perso i genitori a causa di alcuni funghi avvelenati. Si incontrano in un punto stabilito e poi corrono a perdifiato verso il bosco, dove i due sedicenni incappano nello spaventoso frate gobbo, spauracchio di tutti gli ospiti del convitto, che per poco non mette fine alla loro fuga a colpi di bastonate. Sulla strada principale fermano un taxi e poi via. Armando raggiunge prima Firenze e poi, negli anni, si trasferisce prima a Milano e successivamente nell’umida Città del Messico dove incontra di nuovo il vecchio amico Hidalgo. Armando si è lasciato tutti alle spalle: il padre Mimmo, la madre Dora, lo zio Gigino e le tre sorelle Carla, Tonia ed Enza. La prima diventa una sarta e quando scopre la sua omosessualità lotta per i suoi diritti con tutte le sue forze. La seconda si laurea in medicina e si trasferisce a Roma con il marito giornalista Pellegrino. Enza invece conduce quotidianamente la sua guerra contro la sclerosi multipla. Sullo sfondo una Napoli che non cambia mai e che rimane ancorata al suo passato. Le tradizioni rimangono immutate ed è per questo che la città partenopea viene nominata anche “la città dei sangui”, quello di San Gennaro e quello di Santa Patrizia…
Ritorna il penalista Francesco M. Passaro, dopo la pubblicazione del suo ottimo noir Attesa di giudizio. Il suo racconto Bevo le lacrime ha vinto il Premio Nazionale Letteratura Italiana LCE, mentre Munaciello si è aggiudicato il concorso “Racconti campani”. Questo La città dei sangui si è invece guadagnato il terzo posto del Premio letterario “Narratori della Sera”, organizzato da Edizioni della Sera. Un romanzo di formazione puro che parte da via Vergini a Napoli e arriva fino in Messico, cominciando dalle lotte di classe degli anni Settanta fino a quelle di gender dei giorni nostri. La famiglia allargata dei Calascibetta è costellata da personaggi forti dai legami particolari. Armando e Carla, soprattutto, vivono in uno stato melanconico perenne per il loro presente così difficile da affrontare e per questo i ricordi nostalgici della loro giovinezza rappresentano un forte appiglio a cui aggrapparsi per affrontare la vita di tutti i giorni. Persi da lungo tempo si ritrovano poi per scrivere un presente assieme, dopo tante sofferenze. Nella loro disillusione il lettore riflette sugli ultimi quarant’anni di storia italiana e ride in maniera amara.