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La città delle anime

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Michele è estasiato dalla bellezza del panorama sotto di loro, a centinaia di metri più in basso: case, palazzi, torri, strade, ponti e piazze, ma soprattutto moltissime luci colorate che si muovono come tante lucciole. All’inizio ha avuto paura, altroché. Quando in groppa a Poiana si era accorto della presenza di Lucetta, la sua amica Mnis, sotto di loro c’era una conca con picchi di rocce e tanta nebbia. Poi una forza improvvisa li aveva presi e avevano cominciato a precipitare. I due ragazzini avevano chiuso gli occhi e urlato mentre continuavano a cadere, certi di schiantarsi. Erano passati minuti lunghissimi, poi Michele aveva aperto gli occhi. Poiana volava tranquillo e sotto di loro c’era quel panorama sfavillante della città. Ad un certo punto l’enorme animale ha rallentato la discesa e adesso ha toccato terra, in una radura di erba alta e profumata, vicino ad un bosco di faggi. I ragazzi scivolano sulle piume morbide e umide e finiscono nell’erba. Non è inverno come a Valframés, da dove provengono, sembra anzi primavera. Michele e Lucetta - che ha gli occhi strani, come velati, e sembra un po’ triste e preoccupata - sentono un canto provenire dalla città e decidono di seguire il sentiero sterrato che si apre loro davanti e conduce verso quella direzione. È stata proprio Lucetta a convincere l’amico a varcare la soglia della stansia veuida, per poi precipitare nel vuoto dove si era materializzato Poiana, perché adesso ha paura? Arrivati in città, i due si rendono conto che quelle luci pulsanti che si addensano attorno a forme umane non sono altro che anime, bellissime e colorate, alcune più luminose, altre più sfumate, e che tutti quegli esseri di luce cantano, camminano e si muovono come esseri umani. Le anime pulsanti formano un serpente colorato ma, in fondo, alla testa del serpente che giunge fino ad uno spiazzo antistante ad un edificio scuro e imponente ci sono sei anime che trasportano una bara nera. I due ragazzi capiscono, sgomenti, che si tratta di un funerale. Lucetta comincia a strattonare Michele, è terrorizzata e vuole andar via, dice di avvertire un grave pericolo e poi di non riuscire più a vedere nulla. Ad un tratto si fa silenzio e si sente la voce di quello che sembra il celebrante della cerimonia e che emana una luce candida e splendente, “Mi rivolgo a voi, sorelle anime Brillanti. E ancor di più a voi, anime Reiette”. I ragazzini sono sempre più spaventati e non capiscono ciò che vedono e sentono intorno a loro. Quell’edificio inquietante all’improvviso sembra diventato un cubo nero vivo e pulsante che attira, e poi assorbe, il corpicino contenuto nella bara. Ad un tratto le anime si accorgono della presenza di Michele e Lucetta e il “prete” sembra accecarli con i suoi raggi bianchi mentre esclama “Ma voi… non è possibile!”. I ragazzi scoprono così di essere finiti nella Città delle anime, in un momento assai delicato di lotte di potere in cui gli equilibri sono precari tra le anime Sognanti, anime Brillanti e anime Reiette. Succede quindi che queste ultime, chiamate anche “le striscianti”, sbucano dal sottosuolo e riescono ad occupare il Palazzo delle Lucciole, approfittando della distrazione causata da una pioggia di anime arrivate in città. Cosa succederà quando avranno preso il potere? Cosa aspetta Michele e la sua amica in quella oscurità incalzante che sempre più domina la città? Riuscirà il ragazzo a riconoscere i pericoli per superarli e portare così a termine il suo viaggio? E chi lo aiuterà a svelare il mistero terribile della Coda dello Scorpione?

Secondo capitolo, dopo Michele e l'aliante scomparso della saga fantastica de Il libro delle anime che l’autore, il piemontese Maurizio Cometto – ben noto nel campo della narrativa fantasy italiana – ha immaginato fin dall’inizio, nel 2016, come un grande romanzo trasformato poi, per i motivi editoriali che ci ha spiegato più dettagliatamente in una bella intervista, in una pentalogia. Se il primo libro si era concluso in un’atmosfera positiva con la sconfitta del Male, lì rappresentato da Madama Gracchiante, e con il volo di Michele e Lucetta a cavallo di Poiana verso l’ignoto, questo secondo episodio è pervaso da una dimensione più cupa, dominata da una oscurità quasi costante benché abitata da anime splendenti, colorate e luminose. Presto temporali, nebbie dense, piogge battenti e venti impetuosi diventano lo scenario nel quale sale la tensione per una spietata lotta di potere, alla ricerca di equilibri ormai smarriti tra buoni e cattivi, certo in contrapposizione ma così misteriosi che diventa difficile distinguerli sempre all’interno dell’incredibile e complessa architettura creata da Cometto. I caratteri dei personaggi sono ben strutturati e definiti ma ovunque il dubbio oscuro dell’inganno è in agguato e si cela nella differenza tra ciò che appare e ciò che è realmente. Per Michele, nel suo percorso di crescita, è importante sperimentare, conoscere, scoprire e imparare le regole che reggono la Città delle anime nel più breve tempo possibile. Ma soprattutto il ragazzo deve imparare a conoscersi per affrontare il mondo in cui si imbatte lungo il suo percorso, riuscendo anche a distinguere chi può davvero aiutarlo nell’impresa, senza ingannarlo per oscuri interessi personali. La tensione è crescente e quando Michele riesce a lasciare la città si ritrova in terre ancora più inospitali, sferzate da venti più forti e abitate da voci pericolose e ombre sconosciute spesso poco amichevoli. Michele sta crescendo, in questo secondo romanzo è un “soldato”, deve agire, e quindi è più coraggioso e intraprendente, pronto ad affrontare con maggior sicurezza i pericoli e gli imprevisti, deciso a non farsi intimorire dai misteri che continuano ad infittirsi anche nel nuovo percorso lungo il Tunnel per arrivare alla terribile Coda dello Scorpione. Più numerosi appaiono i riferimenti letterari – uno tra tutti quelli all’amato Philip Pullman, apertamente riconosciuto come ispiratore –, la prosa di Cometto sempre scorrevole e limpida, a dispetto del grigio dominante nella storia. I riferimenti colti si mescolano anche qui a elementi popolari con un risultato originale e vagamente esotico. Si conferma una lettura adatta ai ragazzi appassionati di fantasy che si divertiranno certamente con l’immaginario mitico-fiabesco creato dall’autore, più dinamico e avventuroso in questo capitolo, ma anche agli adulti che non hanno smarrito la voglia di viaggiare tra mondi fantastici e incantati.