
Nella Napoli di fine 1884 i morti non si contano più: non si fa in tempo a raccogliere i corpi che già se ne ritrovano di nuovi, a decine, a ogni angolo di strada. Non è un killer seriale l’autore di questo scempio, ovvero si potrebbe dire che è uno dei più temibili: il colera. Nella stessa Napoli, tuttavia, non manca pure il killer seriale: il quale - come se non vi fosse abbastanza tragedia - si accanisce contro delle adolescenti, lasciandone i cadaveri sugli scogli, in balìa delle onde e dei topi. Lo chiamano il “divoratore delle sirene”, e al commissario Veneruso questa storia proprio non va giù: la vita fa già abbastanza schifo di suo, senza che ci si metta un pazzo assassino a peggiorare la situazione. Ma in realtà ciò che gli fa più male è un’altra cosa: quel sadico ne ha già fatte fuori cinque, e lui non è riuscito ancora a prenderlo. Ormai la questione sta per diventare personale: insomma, se lui fosse un investigatore migliore, l’avrebbe già catturato, no? Ma forse una pista si affaccia alle indagini: poiché nessuno si è ancora presentato a denunciare la scomparsa di queste ragazzine, neppure una… è evidente che non può trattarsi di una coincidenza: magari queste giovani sfortunate sono tutte orfane, il che porterebbe al convento di Santa Maria Vergine, a Porta Capuana...