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La corsa giusta

La corsa giusta
“La scuola ‘un mi garba punto, babbo”, “Te tu ci vai e basta, o bischero!” . Ma a Gino studiare proprio non piace mentre andare in bicicletta, questo sì che gli piace. Si allena così tanto che si è fatto risuolare le scarpe con la gomma di un vecchio copertone che se no, per quanto gli si usuravano a forza di pedalare, a risuolarne ogni volta spendeva 5 lire. E va tutto solo per le strade macinando chilometri, pestando senza tregua sui pedali. A 20 anni il suo sogno di diventare professionista si avvera e le vittorie cominciano ad accumularsi. Così come i dolori: la morte del fratello Giulio, l’avvento della guerra che lo vede nascondere una famiglia ebrea e trasportare, naturalmente in sella alla bicicletta, documenti falsi che a molti permetteranno di emigrare verso luoghi più sicuri dell’Italia fascista, la morte, appena nato, del primo figlio. Ma Gino è uno che non molla, mai…
Nel 2013 Gino Bartali è stato dichiarato Giusto tra le Nazioni, il più alto riconoscimento dello Stato di Israele per i non ebrei. Anche solo per questo vale la pena di conoscerne da vicino la figura. Una personalità affascinante, raccontata con maestria da Antonio Ferrara, fatta di ruvidità, testardaggine e una certa durezza di fondo stemperate da un radicato senso di giustizia e purezza morale. Bartali è l’uomo che ammira e instaura una sana competizione con l’amico-rivale Fausto Coppi quando gli sarebbe stato più facile denigrarlo come molti faranno a causa della sua relazione con la Dama Bianca. È l’uomo che, dopo aver subito un grave incidente automobilistico e affrontato una dolorosa riabilitazione, riesce ancora a far mangiare la polvere ai colleghi più giovani e boriosi. È l’uomo che sa di aver compiuto grandi imprese, non solo ciclistiche, ma che mai si è incensato dimostrando come si possa diventare grandi uomini, non solo di sport.