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La donna di Brooklyn

La donna di Brooklyn

Washington DC, febbraio 1864. La guerra di Secessione infuria ma c’è anche spazio per qualche momento di spensieratezza: proprio per questo la giovane Emily Warren è stata invitata ad un ballo degli ufficiali dal fratello, il generale dell’esercito nordista Gouverneur Kemble. Appena arrivata nella grande sala, Emily capisce l’importanza di offrire un po’ di sollievo a quei soldati: alcuni sono ricoperti di bende, altri paralizzati, altri ancora portano ferite sia nel corpo che nell’anima e certo il divertimento di una serata diversa potrà essere un bel balsamo sulle loro cicatrici ancora fresche. Mentre si divide tra i soldati, offrendosi come ballerina e amabile conversatrice per molti uomini diversi, Emily viene colpita dalle parole di un soldato che afferma che, finita la guerra, costruirà un ponte per collegare Brooklyn a Manhattan. Poco dopo, quell’ufficiale che le era sembrato così spaccone e altezzoso, le viene presentato dal fratello GK: si chiama Washington Roebling ed è probabilmente il giovane più affascinante di tutta la sala da ballo. Emily, che si sente molto impegnata nella causa del voto alle donne e che fa molta fatica ad accettare di innamorarsi di un uomo che potrebbe cadere in battaglia solo pochi giorni più tardi, fa resistenza eppure l’amore sboccia, appassionato e leale. Una storia d’amore che va di pari passo con l’impegno di Roebling a portare avanti il progetto del ponte di Brooklyn: insieme, Emily e Washington continuano la loro strada per coronare un sogno, qualcosa di veramente impensabile, un’impresa che cambierà il volto di New York per sempre...

Il celebre ponte che attraversa l’East River collegando i distretti di Manhattan e Brooklyn è stato realmente costruito tra il 1867 ed il 1883 su progetto dell’ingegnere Washington Augustus Roebling, un uomo geniale che ebbe l’idea di realizzare un ponte sospeso di 1800 metri di lunghezza e 84 di altezza, impiegando degli imponenti cavi d’acciaio per sorreggerlo; il contributo della moglie Emily è anch’esso storicamente confermato visto che, il giorno dell’inaugurazione, dopo anni di lavoro e fatiche, fu la prima donna ad attraversare il ponte in carrozza, aprendo la strada così a milioni di altre vetture e piedi che, nel corso degli anni, lo hanno calcato. Quindi, l’opera di Tracey Enerson Wood è la celebrazione di un evento storico poco conosciuto e di un’icona della modernità, ma non è solo questo: vien da dire purtroppo, nel libro vi è anche una dose massiccia di elementi romance che finiscono per inceppare i meccanismi narrativi inondandoli di melassa. La vicenda resta comunque gradevole e ben costruita: Emily è un personaggio davvero forte e, ad un certo punto, è in grado di prendere totalmente le redini del progetto e di portare avanti un sogno che ormai ha fatto suo, trasformandolo in realtà. La testardaggine, la passione e la lealtà estrema della protagonista riescono, a tratti, a compensare lo scadimento nel mellifluo di alcune scene. Va però sottolineato che forse la Emily Warren di Tracey Enerson Wood è un personaggio un po’ troppo moderno, un po’ troppo ribelle, un po’ troppo insofferente alle regole e all’etichetta dei tempi: sono tutti cliché letterari da romanzi rosa che l’autrice ha voluto aggiungere ad una storia che avrebbe funzionato benissimo anche senza.