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La donna nella pioggia

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Rossana, che ha voluto a tutti i costi organizzarle una festa per il suo trentanovesimo compleanno, si definisce amica del cuore di Stella, quasi una sorella. Secondo Stella, invece, l’amica ormai cinquantenne è come un’altra figlia. Rossana scrive libri per bambini e tiene una rubrica su un importante quotidiano. Stella illustra i libri di Rosanna ed è come se vivesse all’ombra del suo successo, ma non se ne lamenta. Il suo lavoro la appassiona e, d’altra parte, non c’è lavoro più indicato che disegnare per i più piccoli quando si hanno due bimbe in casa. Stella si sente una donna felice e innamorata. È sposata con Mattia e ha due splendide figlie: Alice ha nove anni compiuti da poco e dal padre ha ereditato una necessità di organizzazione e di ordine che a Stella risulta incomprensibile. La piccola, invece, Sofia, ha quattro anni e mezzo e in lei la madre rivede se stessa e questo le dà un conforto difficilmente descrivibile. A casa c’è Nina, che l’aiuta in tutte le faccende domestiche e le dà una mano anche con le piccole. Non è una gran cuoca, però, forse perché costretta a cucinare cibi che non le piacciono, in quanto troppo lontani dai gusti della sua famiglia di origine, lasciata in Ucraina per venire a cercare lavoro in Italia. Oggi, e sono le dieci e mezzo di sera, è stata una giornata particolarmente pesante. Prima Stella è scivolata in piscina - e ancora non è esattamente in grado di dire come sia potuto accadere -, poi , a casa nel pomeriggio, le bambine si sono prese un bello spavento quando il grande quadro rosso dal fondo grumoso - un regalo di nozze - si è staccato non si sa come dalla parete e ha disintegrato quel vaso azzurro, appoggiato su una credenza in legno di ciliegio, che per Stella è sempre stato un oggetto speciale, uno dei pochi che la famiglia di sua madre è riuscita a salvare dal disastro…

Segreti, misteri e bugie come pareti di un labirinto molto ben costruito, nel quale diventa complicatissimo trovare l’unica via d’uscita - la verità - che, per quanto atroce, è la sola a consentire di ricostruire la propria esistenza. Questo è lo stato d’animo di Stella, la protagonista del bellissimo romanzo di Marina Visentin - giornalista, traduttrice, consulente editoriale, una laurea in filosofia e un passato da copywriter in un'agenzia di pubblicità - la cui vita è come un pesante castello costruito senza fondamenta: il suo passato non ha radici solide, non ha memoria. Non è altro che una serie di mezze verità che il padre adottivo, uomo affettuoso ma parco di parole, le ha raccontato nel corso degli anni. Stella sa che la madre è morta quando lei era molto piccola in un misterioso incidente, mentre il padre naturale pare morto suicida. O forse no. Quando il malessere che la pervade diventa intollerabile, la donna - un’occupazione che dovrebbe gratificarla, due figlie vivaci, un marito in carriera e una bella casa a Milano - realizza che l’unico modo per cercare di sfuggire agli attacchi di panico e all’angoscia che le blocca la gola e le attanaglia lo stomaco, l’unica strada per accettare un futuro che le fa paura sia quello di affrontare i demoni del suo passato, ignoto e carico di troppi silenzi. Comincia così un percorso a ritroso - che si avvia in una Milano battuta dalla pioggia e si conclude nella terra per antonomasia ai confini del mondo - grazie al quale la penna della Visentin ripercorre con maestria la Storia italiana degli anni di piombo, il terrorismo, la collusione con le forze dell’ordine, gli anni della dittatura argentina, il dramma dei desaparecidos. Per cancellare un’identità fasulla, costruita sui racconti di un’infanzia inventata, Stella attraversa la strada più dolorosa, quella della ricerca e dell’accettazione della verità, qualunque essa sia. Un thriller psicologico molto interessante, nel quale si racconta la fragilità e la forza di una donna, che trova il coraggio di frantumare la propria esistenza, perché la necessità di sapere è più forte del timore di ciò che si potrebbe scoprire, per poter poi ripartire, nel nome, appunto, della verità.