
Periferia di città. Nel parcheggio dello stadio, al buio, nella zona più appartata del piazzale, un’auto sosta a fari spenti da diversi minuti. Forse attende qualcuno. Dal finestrino abbassato si intravede solo una mano appoggiata alla portiera, le lunghe unghie dipinte di rosso, eleganti, sottili. L’uomo che arriva cautamente dal buio – e che controlla preoccupato che nessuno lo veda – fuma un’ultima sigaretta prima di decidersi a scendere dalla propria auto. E nel buio già pregusta la pelle profumata di lei, morbida, giovane; il tocco delle sue labbra, il sapore della sua saliva. In preda alle più sfrenate fantasie si avvicina finalmente all’auto e solo adesso che è soltanto ad un passo da lei, si accorge che qualcosa non va. Una goccia di sangue cola dalle dita che sporgono dal finestrino fino a formare una piccola pozza a terra. È solo quando vede un rivolo rosso che si insinua tra i seni della ragazza e la gola squarciata che l’uomo intuisce la verità. Un urlo soffocato, l’orrore negli occhi, un conato di vomito e poi solo il buio...