Salta al contenuto principale

La figlia oscura

La figlia oscura

Leda ha quasi 48 anni. Insegna Letteratura inglese all’università, è divorziata da tanti anni e ha due figlie grandi, Bianca e Marta, alle quali la lega un misto di amore, gelosia e spirito di competizione femminile. Quando le ragazze decidono di trasferirsi dal padre in Canada, Leda inizia a esplorare una nuova dimensione della sua vita: quella della solitudine. I pasti consumati in trattoria, la cura per un corpo riscoperto e la cui voce non è più soffocata dal rumore di fondo della famiglia, i pensieri malinconici che affollano la mente. In vacanza in una località della costa ionica, la donna inizia a frequentare con assiduità uno stabilimento balneare dove pianta l’ombrellone anche una famiglia napoletana molto particolare. Giorno dopo giorno, Leda osserva dall’esterno, come un entomologo fa con un alveare, le dinamiche misteriose, in qualche modo brutali che governano le relazioni tra i membri della famiglia napoletana. Finché un giorno in spiaggia Elena, la bambina della famiglia, non si perde: da quel momento Leda viene risucchiata all’interno della vita di questi personaggi, con conseguenze impensabili...

Puntuale ad ogni suo nuovo romanzo, torna sui giornali, sui blog e sulle riviste letterarie la querelle sulla vera identità di Elena Ferrante. Scrittrice schiva fino all’inverosimile come vuole la versione ufficiale o nom de plume di un vecchio marpione dell’editoria come insinuano i famigerati ben informati? Non lo sappiamo e ci interessa fino a un certo punto saperlo: ciò che importa è che La figlia oscura è un romanzo magnifico, narrato in prima persona dalla protagonista con una sorta di metodica piattezza, come un inventario, un rosario, come una litania che una voce sconosciuta ci recita all’orecchio mentre dormiamo, destandoci nel pieno della notte con un’angoscia inspiegabile che ci opprime il respiro. La maternità, la femminilità, la solitudine, i vincoli che bucano la carne come filo spinato: ecco i nervi che La figlia oscura va a toccare, e lo fa con un piglio da romanzo gotico, da noir, con una essenzialità carica di emozioni che lo rende davvero indimenticabile.