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La finale

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Francia 1938, Mondiali di Calcio che entrano nella fase calda delle eliminatorie: il capitano dei Carabinieri Bruno Arcieri, da poco arruolato nei SIM e che quasi per nulla si interessa di calcio, viene inviato dall’Italia a Parigi per un incarico che appare in linea teorica semplice, anche se dal punto di vista pratico molti dettagli vengono deliberatamente omessi dai propri superiori: sa che deve trovare un uomo e riportarlo in Italia. Lì per lì considera questo compito di assoluta facilità, quasi fosse una breve vacanza in Francia; non sa però il motivo per cui sia importante il ritrovamento e la consegna nel Bel Paese di costui, e il mistero si infittisce quando l’uomo non si fa trovare all’appuntamento che era stato organizzato. Invece, Arcieri si trova di fronte ad un omicidio, sul quale gli chiede di indagare l’affascinante e ambigua Sig.ra Casati, moglie del deceduto; tra le informazioni faticosamente raccolte in proprio e le ulteriori notizie (o i tentativi di depistaggio?) assunte da un brillante giornalista con cui fa la conoscenza, Alberto Ghini, il capitano si troverà coinvolto in un sottobosco di intrighi tra controspionaggio comunista e infiltrati nazisti, per indagare all’interno del quale, per non rischiare di essere ben presto eliminato, egli stesso dovrà cambiare nome e comportamento ed inventarsi un vissuto personale, fingendo il meglio possibile di appartenere agli antifascisti, per i quali in realtà, in fondo al cuore, sente di parteggiare….

La finale è un giallo che ha proprio nella vivace, precisa e molto efficace descrizione del contesto storico e sociale dell’epoca in Francia la sua arma migliore, corredata com’è anche di estratti dalle cronache sportive italiane dei Mondiali 1938. Anche la caratterizzazione dei personaggi è ben realizzata: pur nella necessaria ambiguità di molti di essi, funzionale alla trama raccontata, ognuno spicca per una precisa individualità e personalità. In una sola parola, l’atmosfera è riprodotta alla perfezione e non sono pochi i protagonisti della storia cui leggendo ci si affeziona: non altrettanto riescono sempre a fare le vicende narrate, nella loro parte centrale – finche’ la storia non si dipana e inizia a prendere una direzione precisa – anche un po’troppo ingarbugliate, ma in ogni caso ciò nulla toglie alla forza del personaggio di Bruno Arcieri, cui l’autore ha dedicato un ciclo che porterà il capitano dei Carabinieri, romanzo dopo romanzo, indagine dopo indagine, sino agli anni Sessanta del Novecento: nella curiosità di leggere gli episodi successivi della serie, questo noir resta un esempio più che valido nel panorama attuale del genere.