
Papà se ne sta andando e a lei, sua sorella e sua madre — la famiglia — spetta decidere se morirà in casa oppure in ospedale. Anche questa volta sua sorella Giovanna e il marito Filippo riescono a tirare la mamma dalla loro parte. È così da sempre: con il loro opportunismo e la loro arroganza non lasciano mai spazio agli altri, tanto meno a lei, la sorella di Giovanna, le cui opinioni non vengono mai prese in considerazione, nemmeno quando riguardano scelte familiari che dovrebbero essere condivise. Il loro unico scopo è ottenere ciò che vogliono e intestare ai propri figli i beni di famiglia, non importa se a discapito delle risorse economiche dei genitori e dei rapporti tra parenti. Del resto nessuno ha mai impedito loro di comportarsi così; i genitori non si sono mai imposti su Giovanna, prepotente e aggressiva nei confronti della sorella, preferendo far finta di non vedere quanto andava raffreddandosi il rapporto sororale tra le due figlie e illudersi di salvare un’armonia familiare che in realtà era esclusivamente esteriore. Due sorelle distanti tra loro in tutto, dall’attaccamento alla famiglia e ai nonni, alle attenzioni verso i genitori, alla disponibilità ad ascoltare gli altri. Giovanna e sua madre si assomigliano: entrambe incapaci di riconoscere i propri errori e di mettersi in discussione e decise ad affermarsi con ogni mezzo e in ogni modo, incuranti della sensibilità e delle emozioni altrui pur di prevalere e uscire vittoriose dai conflitti. Ma lei, la protagonista, come cresce in questa famiglia? E come ne esce?
Non sappiamo il nome della protagonista, che non ci svela neanche la sua professione, ma conosciamo molto bene la storia della sua vita, i suoi pensieri, le sue paure e le sue fragilità. In un flusso continuo di riflessioni, analisi psicologiche e caratteriali ed episodi del passato, Claudia Cautillo delinea con abilità linguistica e introspettiva il tormentato rapporto della protagonista con la sua famiglia di provenienza, sviscerandone le origini e l’evoluzione e dando voce al percorso di autoconsapevolezza e di accettazione di sé di cui la donna ha un grande bisogno. La domanda che sorge spontanea leggendo il libro è se sia la famiglia la causa delle sue angosce e fragilità oppure se siano queste a renderla un membro staccato dalla famiglia, quasi un corpo estraneo che dai genitori e dalla sorella non viene compreso e il cui atteggiamento diverso viene liquidato con un banale “sempre con la testa tra le nuvole, tu”. È la domanda delle domande, quella che sempre ci poniamo quando entriamo nella vita di una persona e cominciamo a conoscerne i punti di forza, le fragilità, le mancanze. Da dove vengono? Sono ascrivibili all’ambiente familiare? È possibile per una persona che per modo di ragionare e inclinazione caratteriale si discosta nettamente dalla famiglia essere parte non esclusa di un nucleo viscerale e naturale come quello familiare senza rinunciare alla propria personalità e senza essere succube della logica spesso soverchiante e a tratti omologante del “clan”? Un romanzo impegnativo per la scrittura sempre densa, ma intenso e interessante per l’indagine psicologica profonda dei meccanismi familiari.