
Mariolino Migliaccio vive come un barbone, ma è il miglior segugio sulla piazza. Le parole di Luigi il Vecchio, che ha appena dato a Migliaccio mille euro per scoprire che fine abbia fatto Liveta Murati, sono una vera e propria lusinga. Liveta è una prostituta albanese, fuggita dal Nido delle Delizie, una casa d’appuntamento che rappresenta la punta di diamante tra le attività di Luigi. La carriera di questo gangster è quella di un vero e proprio criminale: al servizio dei camorristi cutoliani prima e della ‘ndrina dei Salemi poi, il Vecchio si occupa di gioco d’azzardo e prostituzione. Recluta ragazze nelle città e nei villaggi sparsi tra Tirana e Durazzo, le attira in Italia con la promessa di un buon lavoro e le riduce in schiavitù, obbligandole a prostituirsi per riempire le sue tasche di denaro. Le sue lusinghe, quindi, danno il voltastomaco a Migliaccio, a cui tuttavia mille euro fanno comodo assai. Sono tre mesi che l’investigatore privato non vede l’ombra di un cliente e, per rimediare due spiccioli che gli consentano di sopravvivere, si alza all’alba e scarica cassette per il besagnino di Canneto ma di origine marocchina. Mariolino si sente un fallito, uno scarto senza speranza, il figlio disgraziato della Wanda – prostituta bella e calda come il sole di luglio uccisa da un cliente – che ha perso tutto e può contare solo sul proprio fiuto, infallibile. E sarà proprio il fiuto, insieme ai soldi avuti da il Vecchio, a permettergli di pagare l’affitto arretrato alla Venerosa, di acquistare un giaccone nuovo per affrontare il freddo e di mangiare finalmente qualcosa di buono in un ristorante da veri signori, magari sul lungomare, come il Zeffirino o Santamonica. L’agenzia investigativa di Migliaccio è sui generis: la sede è la tampa di vico San Sepolcro; si occupa per lo più di indagini non autorizzate e si muove come un equilibrista lungo quel filo sottile che sta tra il lecito e l’illecito. Chi si rivolge a lui sa che costa meno, non pone condizioni e, soprattutto, non lascia tracce…
Non ha un ufficio e si muove a piedi tra i carruggi genovesi, di cui conosce ogni sfumatura, così come ogni piega delle sue tasche vuote. Non sempre si può permettere un pasto abbondante al ristorante e, per farlo, occorre che abbia risolto uno dei casi che gli vengono affidati. Sì, perché Mariolino Migliaccio – trent’anni compiuti da poco e una passione smodata per i film americani – fa l’investigatore privato senza possederne la licenza. Dalla sua, ha un gran fiuto ed è esattamente ciò che serve davvero per muoversi, anche al buio, tra i palazzi della città e le vite in bilico di chi, come lui, occupa le ultime file di quell’immensa platea che è la vita. Migliaccio non dimentica mai da dove viene, si esprime in quel dialetto genovese di cui sa riconoscere ogni inflessione e grazie al quale coglie l’anima dei suoi interlocutori, e non teme di scavare a mani nude, se occorre, tra i misteri e le brutture, per portare a galla verità anche scomode. Fiuta il pericolo, Migliaccio e, quando viene ingaggiato da un boss che gestisce la casa di tolleranza nascosta dietro la facciata di un centro benessere per cercare Liveta, fuggita chissà dove, non gli occorre molto tempo per rendersi conto che le verità da svelare sono diverse e che nulla è come sembra. Bruno Morchio – autore genovese maestro indiscusso del noir e del giallo – fa un nuovo centro, con un personaggio che cattura l’attenzione del lettore fin dalla prima riga. Migliaccio è ruvido, apparentemente sicuro di sé e indifferente; è un ultimo tra gli ultimi e non ha paura di perdere, perché in realtà ha già perso tutto, anche la madre, fatta fuori da un cliente, rimasto impunito, mentre è intenta a esercitare il mestiere più antico del mondo. Si muove per le viuzze della sua città, pronto a dribblare il pericolo e a convivere con l’incertezza e la necessità di prendere decisioni improvvise, spesso senza alcuna rete di protezione. Con un linguaggio diretto, che si fa strumento estremamente efficace tra le mani di Morchio, l’autore offre l’ennesima prova perfettamente riuscita; un romanzo avvincente che può contare su un intreccio dettagliato e sull’accurata presentazione di personaggi intriganti, che bucano la pagina e conquistano immediatamente il lettore.