
Gli scritti di Tzetan Todorov sono orientati a comprendere nel miglior modo possibile il mondo umano nelle sue diverse vocazioni a vivere, pensare e creare. Espresso con una metafora: a decifrare sempre meglio la “firma dell’umano”. Ma per perseguire questo obiettivo, è inevitabile la riflessione sull’altro, nel senso della necessità di indagarne i rapporti. In particolare, questo tema dell’alterità è centrale all’inizio degli anni Ottanta nel pensiero di Todorov, perché riferito alla ricerca di un’alternativa alla critica letteraria dominante. Ricerca che passa attraverso la polemica con l’ideologia romantica della letteratura e dei suoi correlati. La teoria romantica, infatti, affrancherebbe la letteratura da ogni connessione necessaria con il linguaggio ordinario, confinando al margine il rapporto fra vita e letteratura, preferendo così la riflessione sulla struttura interna del prodotto letterario, quindi sulla miriade di rimandi interni all’opera stessa. Ma l’attività intellettuale di Todorov ha obiettivi ancora più elevati, perché il focus dell’attenzione è poi coraggiosamente agganciato al tema spinoso della verità. In barba al leit-motiv di novecentesca memoria del “non esistono fatti ma solo interpretazioni”, egli non teme di affermare il diritto di cercare la verità senza, tuttavia, avere la pretesa di possederla…
Quello di Giulia Concia, insegnante di filosofia e storia nei licei con trascorsi di ricerca presso l’università Blaise Pascal di Clermont-Ferrand, è una prova esemplare di superamento definitivo dei canoni della monografia classica centrata sulle grandi personalità del pensiero, grazie alla combinazione di contenuti filologicamente rigorosi, a sviluppi trattatistici egregiamente condotti e ad uno stile curato nei minimi dettagli, che conferisce un’elegante leggerezza a temi assai corposi quali la critica letteraria, la società contemporanea, la religione, la filosofia, territori intellettuali appunto attraversati da Todorov. La firma umana, senza alcuna intenzione di esagerare, è una risorsa editoriale imprescindibile (e non solo per la chicca dell’intervista finale concessa da Todorov alla stessa autrice) per quanti intendano possedere uno sguardo panoramico sull’esperienza intellettuale di uno dei più stimolanti intellettuali europei, senza tuttavia rinunciare all’approfondimento tecnico, all’esigenza dell’attualizzazione problematizzante, se non proprio all’espressione di inviti al pensiero su un grande del nostro tempo. Tratti tipici del saggio da custodire con gelosia, opera meritoria di chi, come la Concia, ha dimostrato di possedere la sagacia dello studioso che ha compreso la portata delle ragioni profonde che hanno mosso l’opera di un mostro sacro della cultura.