
Il vento e la pioggia spazzano a raffiche le strade buie del Pireo in una tormentata sera di primavera. Clemeste cammina a passo spedito e, di tanto in tanto, si volta indietro sempre più preoccupato per la presenza di tre individui che sembrano sulle sue tracce. Il tenace capitano del mercantile Selene è appena rientrato da una fruttuosa missione a Salamina che gli ha procurato un discreto profitto grazie a un carico di “garum” e di pesce sotto sale. Perciò non ha rinunciato a prendersi una bella sbronza di “mulsum” nella taverna del Marinaio Giocondo. Però adesso che la bufera sferza la strada, mentre quei tre lo incalzano dappresso, Clemeste ha fretta di tornare al tepore della sua piccola cabina a bordo della nave. E l’ultimo dubbio sulle pessime intenzioni dei tre corpulenti inseguitori viene dissipato quando, grazie ad un raggio di luce da un uscio aperto, intravede i loro lineamenti nei quali riconosce i tre strani avventori seduti a bere nella taverna a un tavolo in un angolo oscuro, occupati a tracannare e a osservare con interesse gli altri avventori. Così Clemeste non solo affretta ulteriormente il passo ma decide di seminare gli inseguitori giacché nella taverna si è trattenuto troppo a lungo e ora per le vie non c’è anima viva. Imbocca una viuzza laterale che porta ai magazzini. Ha la sensazione di avercela fatta a raggiungere la banchina quando inciampa in qualcosa: la gamba di un giovane scheletrico che riposa con una misera coperta in strada. Giusto il tempo di riprendersi che si ritrova alle spalle due dei tre inseguitori mentre l’altro lo precede all’uscita sulla banchina. I tre mirano alla sua borsa e la conquisterebbero anche a furia di calci, pugni e sotto la minaccia di un pugnale se dal buio non sbucasse il giovane scheletrico che con un coltello ferisce e mette in fuga i briganti…
Va chiarito subito: il protagonista di questa avvincente saga ambientata nel 25 avanti Cristo e che racchiude ben cinque romanzi storici non è Clemeste, ma proprio il giovane scheletrico nel quale il capitano della Selene si imbatte casualmente e grazie al quale sfugge all’aggressione dei tre briganti. Il giovane si chiama Telemaco. La scelta del nome operata dall'autore non è casuale giacché da orfano e da greco il giovane non può che rinviare all’immagine del figlio di Odisseo. E questa saga racchiude la sua storia, la sua sfida, la sua battaglia, da misero mozzo a capitano d’una nave di pirati. Fedele alla sua tenace passione per l'antichità e per le civiltà che fecero grande l’area del Mediterraneo, Simon Scarrow cala con maestria il lettore in un’epoca lontana popolata dai romani, da schiavi, da pirati, da mercanti. E di fronte allo snodo dei 44 capitoli si rimane incollati a leggere le vicissitudini di questi marinai che sfidano la sorte, il potere di Roma e l’ignoto in nome di che poi? A muovere Telemaco non è tanto la fame, quanto la determinazione ad accumulare il bottino che gli serve per liberare il fratello Nereo dalla schiavitù. Da sfondo gli scenari epici di agguati, scorrerie, inseguimenti tipici delle opere di Scarrow ai quali stavolta si aggiunge l’abilità narrativa di un altro grande scrittore di storie antiche, T.J. Andrews. Per la scorrevolezza, la suggestività e la semplicità di scrittura la lettura ben si addice in particolare modo a quei giovanissimi curiosi di penetrare le atmosfere del mondo antico. A corredare il testo una triplice “mappa del tesoro”: da una parte una puntuale cartina del mar Mediterraneo orientale e del Ponte Eusino nel 25 avanti Cristo, dall’altra l’elenco dei personaggi e infine un utile glossario per entrare nella vita quotidiana di oltre duemila anni fa.