
Ad Albertína Haraldsdóttir e la sua famiglia non era stata concessa scelta. Volenti o nolenti, hanno dovuto spostarsi nel nuovissimo complesso residenziale dal nome eloquente di Gabbia Dorata, un posto asettico e inospitale controllato dalla Banca Aurea, la spietata entità che domina i conti correnti e le esistenze dei cittadini di Reykjavik. Anche a scuola le cose non vanno meglio. All’Istituto Cimici sono banditi i libri, si studiano soltanto finanza e calcolo di rate e interessi; ci sono schermi dappertutto che promuovono consumi sfrenati e irragionevoli. Ma i problemi non finiscono qui. Sopra le teste delle persone orbita il satellite a forma di teschio su cui ha sede la Banca Aurea e dove finiscono gli insolventi e figli dati in pegno… L’arrivo della vecchissima nonna Huld preceduta dalla sua sterminata biblioteca e dalla sinistra fama di strega cambierà per sempre il corso degli eventi. Dalla Gabbia Dorata, trasformata da campo di concentramento in quartier generale della resistenza, partirà la riscossa contro la Banca Aurea e il suo piani di distruzione del mondo...
Nella La folle biblioteca di nonna Huld si rintraccia distantamente l’eco dei più grandi autori della letteratura per ragazzi. L’atmosfera oppressiva di Momo di Michael Ende, la cattiveria ostentata del mondo degli adulti, marchio di fabbrica dei libri di Roal Dahl (ma le somiglianze col grande scrittore inglese non si fermano qua), il gusto per l’inconsueto e lo sguardo disincantato di Astrid Lindgren. Insomma l’islandese Thorarinn Leifsson, autore anche delle espressivissime illustrazioni del libro, ha ottime letture e le mette a disinvoltamente a frutto. Crea un universo distopico che somiglia tanto al suo paese all’indomani del collasso economico del 2008 provocato dallo strapotere bancario e dalla bolla finanziaria. Delinea una serie di gustosi personaggi che si muovo spesso sul confine del grottesco (ma che non superano quasi mai). Gioca col paradosso per spiegare ai più giovani i pericoli che corre la nostra società sotto i colpi della “finanziarizzazione della vita”. Rispolvera il tema del bando dei libri ma senza "ideologizzarlo" troppo. Insomma, dal profondo Nord, dalla letteratissima Islanda, è arrivata un talento nuovo e promettente.