
Danny ha 35 anni, è in fuga New York per un “malinteso” sul lavoro e l’unica prospettiva che gli resta per allontanarsi dai suoi guai è accettare l’offerta di suo cugino Howie, che non vede da anni: ristrutturare un castello per farne un albergo. Un castello che cade a pezzi, massiccio, con le mura e le torri dentellate, disperso da qualche parte tra la Germania, l’Austria e la Repubblica Ceca. Danny arriva ai piedi della fortezza alle due di notte, con una Samsonite, una parabola satellitare e nessuno ad aspettarlo. È spaventato dall’impossibilità di comunicare, dalla piscina nella quale si dice siano annegati due bambini, dalla baronessa Von Ausblinker che invecchia e ringiovanisce misteriosamente, ma soprattutto dal cugino. Howard, che da ragazzino era strano, avvolto di grasso, vittima di uno scherzo che lo aveva fatto vagare per due giorni in una grotta e che adesso ha abbastanza soldi da comprare un castello, con la missione di “aiutare la gente a sbarazzarsi della bipartizione fra reale e irreale”…
Jennifer Egan (premio Pulitzer 2011) torna in libreria con La fortezza (uscito in patria nel 2006), e si dimostra anche con quest’opera più “giovanile” all’altezza della sua fama e del suo talento. La fortezza è un romanzo gotico, che già dalla scena iniziale richiama classici come Dracula e Il castello di Otranto, ma che rielabora il genere in senso moderno e metaletterario, gestendo la narrazione su due piani che solo alla fine si toccano (quello di Danny e Howie, isolati nel castello, e quello di Holly e Ray, isolati in una prigione). Il libro mantiene quello che promette: ci sono misteri, colpi di scena e qualche brivido. Il tutto cercando di capire che rapporto c’è tra fantasia e realtà, soprattutto per l’uomo moderno, ossessionato dall’essere connesso ventiquattr'ore al giorno.