
Beryl è una maialina, orfana di padre e di madre e, come è ovvio per una creatura della sua stirpe, vive in un porcile. E’ un porcile di cemento dalla spesse mura, uguale a tutti gli altri porcili della grande fattoria. Beryl condivide il suo spazio con zia Misery ed i cugini. Non c’è intesa, né simpatia, né affetto tra lei ed il resto della famiglia: “A loro Beryl non andava a genio e lei non tentava più di farseli stare simpatici. Ormai ci aveva fatto il callo. Si sedevano dalla parte opposta del porcile a fissarla, mentre lei schivava i loro sguardi e se ne stava muta come un pesce, cercando di farsi piccola piccola nel tentativo di non attirare l’attenzione”. Zia e cugini, inoltre, erano molto voraci e non permettevano a Beryl di avvicinarsi al trogolo se non dopo essersi saziati a volontà; per questo la maialina era rimasta la più piccola e magra della famiglia. Restare piccoli e magretti nel mondo suino è una gran fortuna, perché, quando arriva il contadino e passa in rassegna i porcellini da avviare al macello, non c’è pericolo di venire scelti. Il contadino appiccica delle etichette adesive sulle schiene dei maiali da prelevare e si tratta sempre delle schiene degli esemplari più grossi e ben pasciuti. Chi è stato etichettato non è più tornato, né si è saputo più nulla di lui, così, quando l’etichetta fatale cala sulla schiena del cugino più grosso, Beryl tira un respiro di sollievo e non si aspetta che zia Mistery, con abile mossa, stacchi quell’adesivo fatale per posizionarlo proprio sulla di lei schiena. Catturata, malmenata, rinchiusa su un furgone dove mancano luce ed aria, Beryl elabora un piano di fuga e il destino l’aiuta, perché il furgone ha un incidente e rovescia il suo vivente carico in una scarpata. Passata la paura, il mondo, fuori dal porcile e fuori dal furgone, le sembra proprio bello, profumato e colorato. E non passa molto tempo che la porcellina incontra anche un’amica...
Questo è il primo romanzo di Jane Simmons, che ha esercitato diverse professioni, da quella di architetto dei giardini, a quella di costruttrice di futon e di animali di peluche, a quella di educatrice. La sua aspirazione a diventare scrittrice per bambini si è realizzata appunto con la coinvolgente storia di Beryl, da lei illustrata direttamente, come i successivi suoi libri, che hanno sempre degli animali come protagonisti o coprotagonisti. La Simmons, coerentemente con le favole che scrive, a un certo punto della sua vita, ha scelto di vivere su di un battello, trasformandolo anche in arca di salvezza per animali abbandonati. Con questi ultimi ed il marito percorre i corsi d’acqua della Francia e si spinge talvolta fino alle più miti coste mediterranee. Se la incontrate, chiedetele le ultime notizie su Beryl.
Questo è il primo romanzo di Jane Simmons, che ha esercitato diverse professioni, da quella di architetto dei giardini, a quella di costruttrice di futon e di animali di peluche, a quella di educatrice. La sua aspirazione a diventare scrittrice per bambini si è realizzata appunto con la coinvolgente storia di Beryl, da lei illustrata direttamente, come i successivi suoi libri, che hanno sempre degli animali come protagonisti o coprotagonisti. La Simmons, coerentemente con le favole che scrive, a un certo punto della sua vita, ha scelto di vivere su di un battello, trasformandolo anche in arca di salvezza per animali abbandonati. Con questi ultimi ed il marito percorre i corsi d’acqua della Francia e si spinge talvolta fino alle più miti coste mediterranee. Se la incontrate, chiedetele le ultime notizie su Beryl.