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La lega degli Autodafé - Mia sorella è una guerriera artistica

La lega degli Autodafé - Mia sorella è una guerriera artistica
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Le ombre allungate dai mantelli neri, i bassi mormorii in un latino fuori tempo e fuori stagione: dietro le loro maschere i membri della Confraternita appaiono come esseri incorporei appartenenti a un passato indefinibile. L’ultima adunata risale al 1942, quando soffiavano forti venti di guerra, ora invece sono riuniti su quell’isola abitata solo da gabbiani, come uno stormo di corvi in attesa di afferrare la preda e banchettarci. Tra di loro c’è anche Montagues, più che mai deciso a vendicarsi dei Mars e dell’affronto subito nella cappella. Di colpo le voci tacciono ed ecco apparire lui: Albrecht Torquemada, il Gran Maestro in persona in tutta la sua gelida figura, il capo della Lega degli Autodafé scortato dal Grande Inquisitore… Auguste sta per compiere quindici anni, ma Auguste Mars non si riconosce più, l’immagine che rimanda lo specchio è quella di un adolescente inesorabilmente cresciuto, e costretto a diventare adulto dagli eventi accaduti alla sua famiglia. Brucia troppo il ricordo dei nonni, loro come ancora prima suo padre, non torneranno più…

Abbiamo lasciato i giovani Mars alle prese con un conflitto millenario che mina l’esistenza del sapere e del libero arbitrio, una madre in coma e due nonni morti, e in questo secondo capitolo della trilogia de La lega degli Autodafé li ritroviamo più maturi e agguerriti. Un ruolo di primo piano è quello di Cèsarine, la sorellina autistica di Auguste, che grazie al trattato di Sun Tzu scopre di essere ‘una guerriera artistica’, un condensato di saggezza, logica e anticonformismo concentrati in un esserino di sette anni appena! Spesso è lei a risolvere le situazioni più problematiche anche in questo secondo volume, e certamente è la nota più luminosa suonata da Marine Carteron, capace di ritrarre una diversità vincente, alternativa alla solita figura dell’autistico raccontata al cinema e nella letteratura. Cèsarine non si definisce nel suo autismo che le rende difficoltoso esprimere e capire le emozioni, ma nel suo essere artistica in senso lato, geniale e imprevedibile, seppur dominata dalla razionalità della logica matematica. Il romanzo è a due voci: quella di Auguste e quella di sua sorella che parla attraverso un diario, e fa da ponte tra l’inizio e la fine di questa straordinaria avventura che in fondo è la vita, e che l’autrice francese riesce ad arricchire e rendere avventurosa. Lo stile di scrittura pulito e le note cariche d’ironia che già contraddistinguevano Mio fratello è un Custode, risultano ancora una volta vincenti.