
Donald Dodd è un avvocato, vive a Brentwood nel Connecticut, un piccolo paese di provincia nel quale trascorre una vita tranquilla con sua moglie Isabel e le figlie Mildred e Cecilia. Il migliore amico di Donald è Ray Sanders, uomo affascinante, di successo e gran seduttore, che vive a New York ed è socio di un’importante agenzia pubblicitaria di Madison Avenue. Durante una festa a casa degli Ashbridge, dopo aver bevuto un discreto numero di drink, Donald è un po’ alticcio e deve recarsi al bagno, mentre dischiude la porta del servizio scorge l’amico Ray fare sesso con la padrona di casa, Patricia. Da quel preciso istante Donald inizierà a provare dei sentimenti d’invidia mai provati prima nei confronti dell’amico. Intanto, fuori inizia a montare una tempesta di neve e gli ospiti sono costretti a dover lasciare la festa, per non incorrere il pericolo di restare bloccati a casa degli Ashbridge. Lungo la strada, la tormenta di neve costringe i quattro a dover fermare la macchina e proseguire a piedi. Soltanto dopo essere finalmente giunti a casa, Donald, Isabel e Mona si rendono conto che Ray non è più con loro e invece che andare cercare l’amico disorientato nella tempesta, Donald si rinchiuderà nel fienile all’insaputa di tutti...
Cosa ha spinto Donald a scegliere di restare tutta la notte chiuso dentro quel fienile, seduto su quella panchina rossa? È stata l’invidia per la vita di Ray, la ricchezza, la fama, il suo successo con le donne? Oppure è stato soltanto quell’evento, visto pochi istanti prima nel bagno, a risvegliare in lui il desiderio di vivere una vita diversa da quella che si è scelto? Donald scoprirà di non voler essere più quell’uomo oculato e giudizioso che aveva scelto di essere in passato. Inizierà a provare odio per Ray, irritazione per lo sguardo di Isabel e una forte attrazione fisica per Mona, la moglie dell’amico scomparso. È un uomo intrappolato nelle sue opinioni preconcette, si considera un debole, un fallito ed è convinto che anche gli altri lo vedano allo stesso modo. Resterà certo di questo anche quando Mona gli rivelerà cosa pensava veramente di lui il suo caro amico. Inizierà a sospettare di chiunque, di sua moglie dalla quale si sente osservato, di suo padre, del dottor Warren che crede sia andato a fargli visita nel suo studio non per la solita dichiarazione dei redditi ma perché si è convinto che Isabel gli abbia parlato del suo strano comportamento nell’ultimo periodo. Georges Simenon dopo aver terminato La mano raccontò a Pierre Assouline di sentirsi turbato per aver scritto una storia che lui stesso definì crudele. E chissà se l’inquietudine provata dal grande scrittore al termine della stesura del romanzo fosse legata all’idea angosciante che gli altri potessero leggere oltre che le vicende raccontate nel romanzo, in qualche modo, nei suoi personali pensieri e desideri più osceni.