
Le tecniche di neuroimaging, che hanno permesso lo studio del cervello in funzione, hanno aperto nuovi orizzonti di conoscenza sul comportamento umano e hanno stabilito inequivocabilmente che esso è condizionato dai meccanismi cerebrali. Queste scoperte hanno avuto un forte impatto pratico in molte aree come il trattamento di patologie mentali come la schizofrenia o l’autismo high functioning, ma anche sulle problematiche sociali, educative ed economiche, solo per citare gli ambiti che hanno ricevuto il maggiore impatto dalle informazioni sui meccanismi neurofunzionali cerebrali. Le neuroscienze cognitive sono diventate uno strumento di controllo del comportamento, scalzando la psicoanalisi e le sue prospettive di intervento sulla persona. Hanno acquisito una autorità di stampo morale perché corrispondono al nuovo ideale sociale che permea l’esistenza dell’uomo nella nostra epoca, che è quello dell’individualismo che considera l’uomo come un individuo che conoscendo il proprio funzionamento cerebrale, per quanto unico e neurodiverso sia, è in grado di trasformare in risorse i propri limiti, le disabilità, grazie alla capacità di far fruttare il proprio “potenziale nascosto”. L’uomo è artefice del cambiamento, capace di evolversi intrecciando azioni di cooperazione con gli altri individui. Le neuroscienze cognitive hanno assunto in taluni studiosi una visione “riduzionista”, cioè la natura umana (emozioni, azioni, passioni…) viene ridotta a puri meccanismi fisiologici e neuronali e questo potrebbe perdere di vista la complessità che, invece, è la caratteristica principale dell’uomo e della società in cui agisce…
Alain Ehrenberg è un sociologo, direttore emerito di ricerca al Cermes3 di Parigi e in questo saggio, che è un poco lungo e anche complicato, segue un percorso di delineazione storica sull’approccio alle disabilità mentali, considerando le diverse condizioni cliniche che hanno portato al predominio del cognitivismo neuropsicologico e hanno contribuito alla nascita di tecniche terapeutiche, riabilitative e diagnostiche che pongono al centro l’individuo come essere capace di superare le proprie disabilità, mettendo in atto le risorse e il proprio potenziale nascosto. Il saggio è molto ricco di spunti di riflessione, con un percorso di ragionamento scientifico rigoroso che procede dall’Illuminismo fino alle Neuroscienze cognitive per delineare il percorso di cambiamento nella visione dell’individuo e della società e come questo sia avvenuto. Il linguaggio è molto tecnico e complesso adatto a un lettore esperto di tali argomentazioni e con una base di competenza forte che sostenga la comprensione dei contenuti, storici, filosofici e scientifici di cui è intessuto il saggio. Non un saggio scientifico divulgativo, ma rivolto a un pubblico con una expertise alta sul mondo della Filosofia della mente e delle Scienze cognitive.