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La mia estate con i Ruberson

La mia estate con i Ruberson
Un’estate come tante, con un inizio noioso quanto uggioso, buono neanche per un giro in bicicletta. Quell’estate non avrebbero avuto neanche il campeggio. L’ultima spiaggia è la casa in campagna della nonna ed erano diretti proprio lì. Vera e Vanessa, come sempre, sul sedile posteriore dell’auto stanno litigando. È in quel preciso istante che avviene l’attacco piratesco: Hilda Ruberson alla guida e Karlo il Terribile a capo di una ciurma di tre bizzarri elementi, bloccati davanti all’auto, scattano all’unisono e in un attimo l’auto è svaligiata. Un solo ostaggio: Vera. Ma nella famiglia di predoni non tutti sono d’accordo sulla preda: Hilda vuole riportarla indietro. È Karlo a prendere la decisione di tenerla con loro. Del resto, “nelle famiglie di pirati vige la gerarchia militare”. L’avventura di Vera nel furgone dei Ruberson ha così inizio. Vera ha solo dieci anni, è stata rapita, ma piuttosto che essere terrorizzata è segretamente affascinata da quella strana famiglia che fa colazione con panzerotti e polpette, che non ha una casa, che ruba caramelle. Tornerà dalla sua famiglia a raccontare le sue avventure o diventerà parte integrante di quello strano gruppo? Intanto partecipa alla sua prima vera scorribanda…
Tra accampamenti improvvisati, colazioni improponibili e personaggi al limite del surreale, Vera scopre un mondo altro, un altro modo di vivere e di affrontare la realtà, una nuova prospettiva. Quello che impara lo sintetizza in decaloghi puntuali che appunta sul suo quadernetto e scopre che alla sua vita manca qualcosa: “un’accelerata”, le emozioni, l’avventura. Decide che è arrivato il momento di dare una sterzata alla sua esistenza. È attraverso i suoi occhi e i suoi pensieri che conosciamo Kalle, Pietrodoro, Helen, Kaia e le loro riflessioni sul senso della vita. I dialoghi, le situazioni, i personaggi hanno tratti fortemente umoristici, a volte ai limiti del reale, calcati ed esasperati così tanto che non possono non appassionare e in certi passaggi intenerire il lettore. Tutti fanno esattamente l’opposto di quanto previsto dalla buona educazione. E si divertono un mondo! Ma in tutte le storie arriva la crisi e anche i Ruberson vivono un momento di crollo: solo se ognuno di loro riuscirà a realizzare il proprio sogno potranno tirarsi fuori da questo pantano che li vede litigare tutti i giorni. Sarà Vera, con la sua intelligenza e la sua sensibilità, a proporre una soluzione. Vera che, in una sola estate, è diventata un’altra e non è più una bambina. Il racconto si rivela dolce e malinconico, acuto e pungente, ironico e irriverente in una combinazione di stili che tiene il piccolo lettore incollato alla pagina in un viaggio di scoperta di sé leggero ed esaltante. Crescere, del resto, può essere anche un’avventura divertente…