Salta al contenuto principale

La mirabolante macchina del volo del dottor Agenore Acquivento

La mirabolante macchina del volo del dottor Agenore Acquivento
Giovanni abita all’ultimo piano di un condominio di periferia e dorme sempre con la tapparella alzata per poter sentire i rumori e i suoni provenienti da fuori: le automobili nella strada, i passi, i televisori accesi. Una notte d’estate una civetta si posa sul davanzale della sua camera, proprio mentre il bambino sta per addormentarsi e… ecco che Giovanni si ritrova a volare nel cielo, insieme ai piccioni e alle tortore. Si è trattato solo di un sogno, anche se bellissimo, ma il bambino al mattino si sente scoppiare dalla gioia ed è convinto di saper volare realmente. Da quel momento decide di essere il dottor Agenore Acquivento e di voler insegnare a volare agli adulti che non gli credono; ad esempio alla portinaia acida del suo condominio, che lui ritiene soffra di “adultite acuta con ispessimento sassonico del cuore”. Le sue invenzioni piacciono così tanto che si ritroverà ad essere dottore per tutta l’estate, con una folla di persone in fila fuori dal suo “studio” in attesa di essere curate...

Un albo illustrato per raccontare il potere dell’immaginazione e della creatività dei bambini, che credono di poter diventare qualunque cosa, e spesso ci riescono. Soprattutto quando gli adulti che gli sono vicini li aiutano a credere in se stessi e gli consentono di essere liberi, come fa il padre di Giovanni, medico, che nella storia plaude all’esperimento del figlio e lo sostiene. Perché di “adultite acuta” si può guarire, se ascoltiamo i consigli del dottor Agenore Acquivento! Un testo lungo e non sempre facile, da farsi leggere ad alta voce o per una lettura autonoma a partire dai sette anni di età. Matteo Razzini, emiliano, ha vinto il Premio Andersen Baia della Favole per fiabe inedite con “Esco così mi perdo”. Le illustrazioni di Angela Marchetti sono delicate ed arricchiscono la storia attraverso l’utilizzo di sfondi chiari e disegni di contesti particolareggiati.