
Erri De Luca ricorda di essere nato stonato. La madre, che non poteva accettare il limite del figlio, lo sottopose a un continuo esercizio, facendogli cantare canzoni sopra canzoni, fino a quando la sua voce non si è educata acquisendo una sufficiente intonazione. Un napoletano non può cantare male, era questa la convinzione della madre di Erri e i risultati raggiunti dal figlio, malgrado il permanere di alcune indecisioni nell’esecuzione, le dimostrarono che aveva ragione. Napoli poggia sopra i movimenti vulcanici del Vesuvio, che già di per se stessi sono una melodia, per diritto di nascita gli abitanti della città possiedono un ritmo innato, una predisposizione ineguagliabile alla musica e al canto. Erri per completarsi doveva imparare anche a suonare uno strumento. Dopo i risultati poco soddisfacenti raggiunti dal suo primo maestro di chitarra, convinto che l’allievo sarebbe rimasto per tutta la vita solo uno strimpellatore, il cugino di Erri Daniele gli insegnò a suonare in una calda estate Aria di neve di Sergio Endrigo. La musica ha sempre fatto parte della vita di Erri De Luca, il canto e il suono della chitarra, ma anche lo studio della storia della musica, l’origine di alcune canzoni che sono rimaste famose in tutto il mondo, come ‘O sole mio. In quanti sanno che il classico della canzone napoletana è stato in realtà composto a Odessa sul Mar Nero, mentre Eduardo Di Capua, il suo autore, si trovava in tournée con il padre violinista. Quindi non fu il sole che si affaccia sul Mediterraneo di fronte al Vesuvio a ispirare ‘O sole mio, come la maggior parte delle persone ritiene. La democraticità della città si rivelò successivamente, quando Elvis Presley riprese l’andamento della canzone per un suo brano destinato a divenire un altro successo, It’s now or never, che tratta un tema assai diverso, la richiesta da parte di un innamorato alla sua ragazza di un bacio. Accanto alle curiosità prendono forma anche i ricordi della prima giovinezza, quando la Napoli di Erri De Luca era ancora occupata dagli alleati. In ogni vicolo della città i liberatori venivano acclamati, per molto tempo l’economia napoletana sopravvisse grazie a loro, in particolare grazie al commercio di contrabbando dei loro abiti, perché tutti, i giovani per primi, volevano apparire alla moda americana…
Attraverso i suoi ricordi legati alla musica Erri De Luca ricostruisce la propria vita, dalla giovinezza all’operazione all’anca che lo ha costretto a fare esercizio nel campo dove si trova la sua abitazione, canticchiando sulle stampelle. Nei suoi pensieri non rispetta sempre l’ordine cronologico, non ne sente il bisogno, i collegamenti tematici emergono dalla passione per vari generi o dalla funzione che la musica, un amore che ha spesso coltivato in privato, ha avuto nel comprendere se stesso e le sue emozioni. Da quando la madre lo sollecitò a esercitarsi nel canto perché nato un po’ stonato, ai dischi di Bob Dylan e di altri autori conosciuti attraverso i gusti paterni, che sollecitarono in lui quello spirito di libertà indispensabile per trovare il coraggio di aprirsi al mondo; involontariamente il padre aveva acceso in lui il desiderio d’indipendenza, che finì per non condividere. E poi l’esperienza nell’Africa Equatoriale dove si ammalò di malaria, quando seguiva senza convinzione religiosa la messa e i suoi rituali ritmati come una musica, la dura opera umanitaria come camionista durante la guerra in Ex Jugoslavia dove ha ritrovato la melodia di Bob Dylan, il lavoro in fabbrica e nelle officine dove ha capito che il canto è uno sfogo del corpo umano, messo sotto pressione dalla fatica. Erri De Luca nella sua opera ha voluto ringraziare la musica per quanto gli ha dato fino ad oggi, per l’aiuto che gli ha offerto nell’affrontare le difficoltà della vita. E lo ha fatto con semplicità, dando sfogo alle sue emozioni, perché è il modo migliore per farsi comprendere dal lettore. Erri De Luca, uno degli autori più originali della letteratura italiana contemporanea, è da sempre legato all’editore Carlo Feltrinelli, che diede inizio alla loro lunga amicizia portandolo a un concerto di Bob Dylan, disprezzato dallo scrittore per il troppo rumore. Grazie al jazzista Stefano Di Battista De Luca ha potuto comunicare al pubblico la sua passione privata per la musica, con una raccolta di sue riflessioni accompagnate da melodie e canzoni. L’opera, dal titolo La musica insieme, è uscita per Feltrinelli come libro, cd e dvd ed è poi diventata uno spettacolo teatrale. Tra i brani Essere di Medit, in cui si riassume la visione di Erri De Luca di una grande civiltà mediterranea, che raccoglie in sé varie culture a cui tutti noi apparteniamo.