
Nel gennaio dell’anno 392, Aelia Gallia Placidia spalanca gli occhi sul Sacro palazzo, su Costantinopoli sul mondo: così viva e innocente, così diversa da com’è ora l’imperatrice madre. In quell’alba color sangue, i lucernari a malapena rischiarano i mosaici delle pareti e fuori le onde sulle rive del Bosforo si agitano al vento. La nutrice Elpidia accarezza la neonata, con la mano amputata di tre falangi, e le sussurra una promessa: mai sarai prigioniera di questo mondo. Soltanto pochi giorni dopo e alla presenza dell’intera corte, Teodosio il Grande, padre della neonata Placidia, le conferisce il titolo di nobilissima per garantirle gli stessi diritti degli altri suoi figli: Onorio e Arcadio, così deboli e inetti, sempre attaccati alle sottane degli intriganti eunuchi di palazzo. Quel titolo di nobilissima farà gola a molti, pensa Elpidia. Ma si è già ripromessa di difendere quella bambina, erede delle più antiche dinastie imperiali, nipote e figlia di imperatori. Il suo destino lo si legge in quello sguardo vivo. E già Serena, figlia adottiva di Teodosio e sposa del grande generale Stilicone, si avvicina alla neonata. Propone di occuparsene lei, ma Elpidia già porta via Placidia per i tentacolari corridoi del palazzo, lontano dai cubicoli segreti e dalle trame di corte…
Nipote, figlia, sorella e madre di imperatori, regina e imperatrice lei stessa, Galla Placidia è una grande figura della tarda romanità. Figlia di un’epoca di crisi, con l’Impero Romano al collasso per la sete di dominio di generali ed usurpatori, per il decentramento del potere imperiale e le violente spinte delle migrazioni barbariche, Galla Placidia visse gli onori più alti e l’umiliazione della prigionia, per poco riuscì ad unire la corona imperiale con quella di re dei Visigoti e assistette alle più feroci guerre intestine. Quest’epoca e questa biografia ci restituisce Luca Azzolini, noto autore di libri per ragazzi alla sua seconda prova nel romanzo storico, dopo l’operazione crossmediale che lo ha visto autore della trilogia Romulus, novelization dell’omonima serie TV di Matteo Rovere. E davvero questo romanzo ha tutte le caratteristiche di un’ottima serie: la scorrevolezza dell’andamento episodico, l’intreccio avvincente, i personaggi tratteggiati a tinte forti. Notevole è la fedeltà della ricostruzione storica, ma senza complicazioni inutili e senza che per questo i personaggi diventino meno affascinanti o che la narrazione si appiattisca in un documentario. È evidente il grande lavoro di Azzolini, ripagato da un risultato che intrattiene e appassiona. Il racconto si interrompe al 416 d.C., per cui non vediamo l’ora di leggere il seguito.