Salta al contenuto principale

La nota imperfetta

lanotaimperfetta

Poesia vera, sentita e vissuta, assolutamente trasparente e del tutto appassionata. Ci sono versi terribili e versi delicati, con cui l’autrice cerca di esporre l’esperienza di una vita, la propria vita, i propri sentimenti, lo struggente dolore della solitudine di chi pure ha votato l’intera esistenza alla ricerca dell’amore con l’ardore del corpo e le urgenze del cuore: “Ammirata dalla gente, burlata da chi mi chiamava amore. / Ora fili grigi adornano il mio viso e rido di me / e delle mie chimere / di chi mi vedeva santa, di chi mi canzonava”. I versi recano l’andamento di un diario intimistico che rivela immagini e sentimenti con una deliberata spontaneità d’espressione, ponendosi in bilico tra narrazione ed impressione, ma di una poesia del sentimentalismo che, tanto nell’esaltazione degli slanci affettivi quanto nei ripiegamenti amari del cuore, mostra di preferire l’espressione diretta: “E vaffanculo ai tuoi ti amo / al quanto sei bella / alla tua gentilezza studiata per l’occasione. / Vaffanculo a te / e anche un po’ a me / al mio bisogno di un porto sicuro / dove anche una zattera è al riparo / al mio bisogno di amore che soffoca l’intelligenza”. La vena da cui sgorgano le poesie è molto istintiva, la creatività sprigiona una resistenza attiva, messa in crisi ancorché mai piegata dal regime repressivo incondizionato di un amore che, pure nelle dure rilevanze dei consuntivi, tende ancora a cercare la sola forma di ossigeno possibile, quella di sempre: “Danzo su note imperfette / a ciocche i miei capelli si ingemmano, il naso si arriccia / gli occhi si riempiono di pagliuzze dorate e rido / senza provare vergogna per i miei denti sgangherati. / Così bella non lo sono mai stata”…

È un vero peccato non avervi potuto segnalare per tempo la presente raccolta poetica di Annalisa Frontalini uscita nel 2019 da Infinito Edizioni. Ma il dispiacere sarebbe maggiore se non albergasse in noi la rassicurante consapevolezza che i buoni libri siano capaci di resistere all’effetto ossidante del tempo. Le poesie che riempiono le pagine della silloge, impreziosite dalla prefazione di Davide Rondoni, dalla postfazione di Giovanni Bogani e intervallate dalle fotografie di Paolo Soriani (una delle quali potete ammirare qui sopra), sono pregne di una gradevolezza pensosa. I versi dell’autrice ascolana, che risiede a San Benedetto del Tronto, città in cui ella svolge promozione di eventi culturali, rivelano la rivendicazione dell’amore come dato ineliminabile della sua poetica. Tale inclinazione si mantiene, testo dopo testo, su di un tono antiretorico ed antimetafisico. La Frontalini si denuda al cospetto del lettore in composizioni prive di edulcorata sobrietà, ma autentiche nella disarmata sofferenza di una ricerca d’amore nella quale si promena, attraverso una scrittura poetica che, pur nella sua esigua essenzialità, condensa tutti gli aspetti dello slancio vitale e della mortificazione, delle pulsioni di un cuore, che si sente battere e si avverte più nella sostanza del dire che non nella parola esplicita, nell’umore dal quale sgorgano i versi.