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La notte dei bambini

lanottedeibambini

È notte. Un frastuono sordo le buca il cervello, penetra nella sua testa e le impone di svegliarsi. Apre gli occhi e impiega qualche secondo a mettere in luce la stanza. Cos’è stato quel fragore che l’ha svegliata? Resta in ascolto, mentre il silenzio le appare più denso del solito e la pancia è stretta da crampi che diventano brividi e le scendono lungo la schiena. Due esplosioni, seguite da raffiche che attraversano l’aria, come una minaccia di morte, la spingono ad alzarsi. Forse anche questa notte qualcuno ha cercato di perdersi nel buio alla ricerca di un nuovo invisibile sentiero ed è stato intercettato dalle pattuglie di frontiera. Forse un convoglio, chissà. Si alza e percorre lo spazio che la separa dalla porta rinforzata da lamine di ferro. Esce fuori, allarga i cespugli con le mani e volge lo sguardo verso Nord-Ovest. Il buio avvolge ogni cosa intorno e per un attimo la sfiora il pensiero che Teo possa essere rimasto intrappolato sotto i fumi delle bombe paralizzanti. Ma subito dopo si riscuote e pensa che no, Teo è uno prudente e non ha alcun motivo di trovarsi proprio là, in piena notte. Inizia a camminare, mentre la piccola torcia disegna un occhio di luce davanti a lei. Scavalca tronchi e avanza, mentre i lampi mortali scompaiono nel cielo del Nord. Qualcosa le passa accanto e le sfiora la mano. Anche le salamandre sono state disturbate dalla battaglia. Si volta per tornare verso casa, quando un paio di occhi gialli lampeggia nel folto degli alberi, strappandole un sorriso. Quello strano ibrido tra un gatto e una volpe si affaccerà più tardi alla porta di casa sua e le permetterà di avvicinarsi a lui per qualche secondo. Non molti, perché poi sparirà di nuovo nella foresta. A lei piacerebbe che l’animale le si accovacciasse accanto, ma l’unica volta che ha provato a fermarlo si è beccata un graffio sul braccio che le ha aperto due profonde ferite…

Maristella Lippolis - autrice pescarese che ha esordito negli anni Novanta del secolo scorso con alcuni racconti, cui sono seguite una raccolta e diversi romanzi - trascina il lettore in una vicenda post apocalittica ambientata in un futuro lontano, ma neanche troppo - siamo nel 2070 - e in una città, Tauersiti, che veste gli abiti della nostra capitale, ma ha completamente cambiato pelle. Si tratta di un luogo in cui tempeste e nevicate si alternano a ondate di caldo tropicale, senza alcuna regola; una città il cui nucleo interno è completamente diverso dalla sua parte esterna, abitata da personaggi, definiti “Nuovi”, che cercano in ogni modo di non soccombere di fronte alle privazioni e alle violenze che imperversano. Una realtà complessa, quindi; un ambiente tetro e soffocante che nessuno vorrebbe essere costretto ad abitare, nel quale le vittime sacrificali maggiormente esposte sono i bambini, vero e proprio motore dell’intera vicenda. Il tentativo estremo è quello di salvarsi, di mettersi al sicuro, ovunque e comunque. Sopravvivere diventa l’arma che va maggiormente affinata e la paura è il nemico numero uno da sconfiggere. Una trama ricca, ben congegnata; uno sguardo capace di cogliere ogni dettaglio e puntuale nel rendere, attraverso una penna attenta e assolutamente interessante, uno dei futuri possibili, scaturito dalla deriva di un oggi che preoccupa e lascia spesso sgomenti. La ferocia dell’uomo non conosce misura nel romanzo della Lippolis e non è contenuta entro alcun limite; i rapporti e i legami si spezzano con una facilità che sconcerta e solo la speranza, unitamente alla forza decisa dei ricordi, può garantire la sopravvivenza. Un romanzo consigliatissimo agli amanti del genere; l’analisi puntuale di come la solidarietà e l’amore continuino a essere, nonostante tutto, le armi più potenti capaci di superare ogni ostacolo.