
È la notte di San Silvestro. Il vento, tanto forte da sollevare la neve e animarla in furiosi vortici, colpisce senza pietà le porte e le finestre di Villa Incubo. Belzebù Malospirito è irrequieto. Egli percorre lo stesso tragitto più volte all’interno del laboratorio di magia; avanti, indietro, indietro, avanti. Lui è un mago, ma non di quelli che preparano dolci senza muovere i mestoli o pozioni del buonumore. No, lui è malvagio. Ogni anno, soggetto ad un accordo firmato con Sua Infernale Eccellenza, deve portare a termine i suoi oscuri doveri, scatenando sulla terra maledizioni, catastrofi ed epidemie. Allo scoccare della mezzanotte dovrà consegnare il resoconto delle sue malefatte e, se non saranno sufficienti, i suoi infiniti poteri verranno revocati. Diseredato dalla magia oscura. Depennato dall’albo dei maghi cattivi. Belzebù è in preda al panico. Per pigrizia, aveva adempiuto a ben pochi compiti; solo qualche venticello qua e là, delle lievi piogge, nemmeno torrenziali, e qualche fulmine. Tutte banali marachelle, svalutate dal fatto che, per pietà, aveva adottato e nutrito un gatto dormiglione, Maurice. A fornirgli una possibilità di rivalsa è zia Tirannia Vampiria, che bussa alle porte di Villa Incubo accompagnata dal corvo Jacopo Gracchi. Ella pretende il suo aiuto per preparare il pericolosissimo Satanarchibugiardinfernalcolico Grog di Magog che permette di ottenere l’esatto opposto di ciò che viene desiderato. Il mago si illumina in volto: il suo ingegno gli suggerisce di utilizzarlo per scatenare, in poche ore, tante malefatte da fargli recuperare il tempo perduto. A tentare di proteggere la terra si impegneranno il pigro gatto e lo stonato corvo, membri all’antichissimo Gran Consiglio degli Animali...
Michael Ende, nato in Germania nel 1929, è uno dei più amati scrittori di narrativa per ragazzi, vantando successi quali Le avventure di Jim Bottone, Momo e La Storia Infinita. La Notte dei Desideri è scandita dal passare del tempo, suddividendo i capitoli non in numeri, ma in orari. Minuti che separano Belzebù dal suo fallimento. Le fiamme verdi che bruciano nel camino del tetro salotto di Villa Incubo rendono l’immaginario dell’intero racconto, avvolgendolo in una magica e sinistra atmosfera. L’ironia non manca nel racconto di Ende, presentando il mago Belzebù ai suoi lettori come un inetto combina guai che ha sulle spalle la distruzione del mondo, ma la cui pigrizia gli consente al massimo di sfamare un gatto alleato con i nemici e che non ha avuto il coraggio di scacciare. La scrittura ha vita propria, rendendo i dialoghi perfetti per essere letti ad alta voce, stimolando le capacità di interpretazione del lettore. Le battute umoristiche di zia Tirannia, i battibecchi e gli inganni che lei e Belzebù si infliggono a vicenda rendono la lettura capace di puro intrattenimento. I due animali, Maurice e Jacopo, sono gli incaricati di eludere i loro piani in favore dell’umanità, impersonando i valori portanti del racconto. La lotta tra il bene ed il male è un eterno insegnamento per adulti e bambini. Il problema ambientale, della cui salvezza sono incaricati proprio gli animali che lo abitano, proteggendosi dalla crudeltà degli uomini. La fiducia in se stessi, forse la fonte di magia più potente di tutte, in grado di cambiare la sorte, di rendere un gatto altruista e la voce di un corvo soave e melodiosa.