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La notte dei ragni d’oleandro

La notte dei ragni d’oleandro

Come ogni anno è giunto il momento del grande Contest. I musicisti si riuniscono a Parigi per confrontarsi in quella che sarà una notte ricca di emozione. La tensione è palpabile quando s’incontrano: c’è chi è un musicista di professione, chi suona per vivere e chi nella vita ritaglia frammenti di tempo per potersi esercitare e portare a casa un’esibizione dignitosa. Quella che attendono con trepidazione è l’alba del giorno dopo, per qualcuno è il momento cruciale, l’inizio di una nuova vita. Il Bataclan si riempie per le prove, sopporta una sequela di performance pigre e insignificanti prima che i musicisti diano il meglio. Catturano l’attenzione il bancone del bar, le bottiglie luccicanti, l’autografo incorniciate di Jane Birkin, i tavoli, il palco a forma di mezzaluna, lo spazio riempito dalla folla di spettatori. Bruno, il proprietario del locale, accoglie i jazzisti e mentre l’atmosfera si scalda, eccitazione e paura si mescolano, ma anche qualcos’altro si prepara a compiere il suo corso. Nell’ombra c’è chi ha organizzato un finale alternativo per la serata e pregusta il momento in cui i partecipanti al Contest si renderanno conto del loro destino. Ha preso quella decisione guidato dal Libro sacro, autentico baluardo di verità. Tutti quei musicisti che si raccolgono insieme, si affollano nella sala come i ragni sulle piante d’oleandro, innumerevoli piccoli afidi, parassiti, stanno immobili a succhiare la linfa dai rami e dalle foglie e poi d’un tratto si muovono nella stessa direzione…

Il romanzo, ambientato principalmente all’interno del Bataclan, si sviluppa come un racconto in prima persona narrato dal protagonista Mario. Intervalli nel resoconto di Mario sono i brevi capitoli di chi da “fuori” descrive i motivi e la preparazione dell’evento che sconvolgerà il Contest. Un esperimento letterario che modifica personaggi e ragioni di un fatto realmente accaduto: l’attentato e la conseguente strage che hanno insanguinato il tristemente famoso Teatro Bataclan a Parigi la notte del 13 novembre 2015, causando 130 vittime. Il fulcro della narrazione resta la musica, il jazz, la passione del protagonista che è la voce stessa dell’autore, Mario Bramè. Attraverso le pagine fluiscono sensazioni e aspettative dei personaggi, frequenti i dettagli tecnici sulla musica e gli strumenti musicali, a tratti troppo specifici, che possono rendere meno efficace l’effetto drammatico. Bramè è saggista accademico in ambito filosofico e traduttore, questo è il suo romanzo d’esordio. Ha suonato come batterista – proprio come Mario, il protagonista del romanzo ‒ per ben dodici anni in un gruppo rock con cui ha pubblicato tre album e ha partecipato a vari live, uno negli Stati Uniti. Versatile negli interessi e negli impegni artistici, ha fondato la casa editrice Melquìades e dirige la collana “Meccanismi”. Il suo estro trova voce in questa nuova idea di romanzo, una visione alternativa della cronaca, della vita e dell’animo umano.