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La panne – Una storia ancora possibile

La panne – Una storia ancora possibile

Alfredo Traps, commerciante di tessuti, si ritrova bloccato in un minuscolo paese tra le montagne svizzere. La colpa di tale evento è da attribuire alla sua meravigliosa berlina nuova rosso fiammante che, tanto borghese ed elegante, è andata in panne. Questo lo spingerà a dover chiedere ospitalità nell’unica casa che sembra avere una stanza disponibile per il pernottamento: quella di un simpatico anziano signore che, assieme ai suoi baldi amici dai fisici attempati, ama trascorrere le serate estive ricordando i bei vecchi tempi andati. Non è di amori adolescenziali o di marachelle giovanili che si parla nel circolo di vecchietti al quale Traps, come ospite, ha il privilegio di entrare: i quattro rivivono le rispettive occupazioni esercitate nel corso della loro vita. Un ex-giudice, un ex-pubblico-ministero, un ex-avvocato e un ex-boia si riuniscono ogni sera per cenare, gustare del buon vino e mettere in scena i grandi processi della storia: Socrate, Gesù, Giovanna d’Arco, Dreyfus. Tuttavia, ora che hanno l’onore di cenare con un nuovo membro onorario, non esitano nel far svolgere ad Alfredo Traps il ruolo dell’imputato. È così che la vita del commerciante di tessuti, vissuta nel più totale nulla, assume forme grottesche inimmaginabili. D’altronde, “che lo si voglia o no, c’è sempre qualcosa da confessare”...

Friedrich Dürrenmatt, dopo un’adolescenza travagliata all’insegna delle più malsane dipendenze, si dedicò agli studi universitari in materia di filosofia e lingue germaniche a Berna e a Zurigo. Appassionato di letteratura fin dai tempi dell’infanzia ed influenzato dalle magistrali opere di Lessing, Kafka e Brecht, si cimentò nella stesura di scritti teatrali e racconti brevi. Fu così che diede vita a una carriera che regalò al mondo della letteratura opere di valore inestimabile. Ci sono ancora storie degne di uno scrittore? Storie che, senza essere arricchite, strappate, ricucite e ridisegnate sono, nella loro nudità, interessanti? È con questa riflessione che si apre La panne – Una storia ancora possibile, quasi a voler significare che Dürrenmatt è stato in grado di scovare una di queste rare storie, nascoste come diamanti in una miniera di carbone. Impossibile dire se questo diamante sia davvero allo stato grezzo, delineando, grazie al dubbio, un’aura misteriosa e conturbante nella mente del lettore, accompagnandolo per tutta la durata della lettura, tanto breve quanto intensa. Friedrich Dürrenmatt ha il potere non comune di spingere i lettori a porsi domande. Disturba le vite di chi inciampa in una sua storia, insinuando il tarlo di “Sono come appaio o c’è dell’altro?”. La nostra, così come la vita di Alfredo Traps, non è poi come noi stessi la vediamo. Ogni scritto di questo autore destruttura il genere stesso a cui appartiene. La panne – Una storia ancora possibile è un giallo senza delitto, un processo senza colpa, un noir dallo scenario idilliaco e tragicomico che incolla alle pagine. Viene da chiedersi se, dinnanzi alla nostra stessa vita, non condividiamo tutti la stessa colpa: limitarci ad una gradevole superficie. Dal racconto nel 1972 Ettore Scola ha tratto un film interpretato da Alberto Sordi, Michel Simon e Janet Agren, intitolato La più bella serata della mia vita.