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La pianta del mondo

La pianta del mondo

Quel professore sembra avere un sesto senso per i libri di botanica. Li scova con una facilità impressionante tra i banchi del mercatino. Non gli sfugge nulla, intuisce subito di essere di fronte a piccoli grandi capolavori, opere introvabili. E così, ci mette un attimo a capire che dietro quel libriccino apparentemente ordinario si cela qualcosa di speciale. Pare un quaderno comune ma sotto c’è una rilegatura settecentesca che fa pensare a altro. Essai historique et patriotique sur les arbres de la libertè, questo il titolo ambizioso. Il professore in realtà si chiama Henri Gerard, insegna storia francese. E sì, storia e botanica sono le sue due grandi passioni. Non compaiono indicazioni precise sull’autore di quel volume, c’è solo un generico riferimento a Grégoire. Non proprio un nome qualunque in realtà: Henri Grégoire, meglio conosciuto come abbé Grégoire, presbitero e politico, è stato una delle figure di spicco della Rivoluzione francese. C’è un legame, in questa vicenda, tra storia e botanica. Durante gli anni della Rivoluzione vennero piantati infatti moltissimi alberi, gli alberi della libertà appunto. The Liberty tree… Sappiamo bene che nelle città antiche la presenza di una cinta muraria o di un qualche meccanismo di difesa dall’esterno era imprescindibile. L’idea di città e la sua costruzione nei secoli si è modificata a seconda delle epoche e delle necessità. Immaginare come possano configurarsi le città del futuro è una sfida affascinante e importante che però non riguarda solo gli architetti ma tocca tutti noi da vicino. “Nel 2050 il 70% della popolazione umana – che sarà vicina ai dieci miliardi di persone – vivrà addensata all’interno di centri urbani, molti dei quali ospiteranno diverse decine di milioni di abitanti”. Non solo. “Ciò che cambierà in maniera definitiva l’ambiente delle nostre città è il riscaldamento globale. […] Attualmente intorno al 70% del consumo globale di energia e oltre il 75% del consumo mondiale di risorse naturali sono a carico delle città, le quali producono il 75% delle emissioni di carbonio e il 70% di rifiuti. Entro il 2050 le città dovranno essere in grado di ospitare altri due miliardi e mezzo di persone con un consumo di risorse che al momento riesce difficile immaginare. Di fronte a questi numeri è evidente che qualunque soluzione al problema dell’impatto umano non può che passare attraverso le città”. E la soluzione forse passa, anche stavolta, dalle piante…

Stefano Mancuso è uno degli scienziati italiani più noti e prestigiosi. Dirige il Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale dell’Università degli studi di Firenze. Nel 2012 «la Repubblica» lo ha indicato tra i 20 italiani destinati a cambiarci la vita e nel 2013 il «New Yorker» lo ha inserito nella classifica dei “world changers”. In tutte le sue opere si è dedicato a raccontarci le piante come creature “intelligenti”, ne ha messo in evidenza capacità sorprendenti e ha divulgato analisi a tratti rivoluzionarie. Ne La pianta del mondo si sofferma sul ruolo cruciale delle piante nella storia dell’uomo e su quello che potranno avere per il futuro, nella geografia delle città e nella tutela del nostro ecosistema urbano. E così si parte con gli alberi della libertà della Rivoluzione Francese e poi si approda all’abete rosso da cui deriva niente meno che la straordinaria musica dei violini Stradivari. E poi, nel capitolo La pianta della città, ci offre un’analisi concreta di come i cambiamenti climatici impatteranno le nostre città e di come la risposta alle sfide che ci attendono ce la forniscano loro, le piante. “Abbiamo necessità di cambiare la nostra rappresentazione della città. l’immagine di giungla urbana deve richiamare l’idea di un luogo non pieno di pericoli ma al contrario partecipe dell’ambiente naturale che, consapevolmente, e attraverso gli alberi, contribuisce a trasformare le nostre città in una nicchia ecologica duratura”. Un saggio niente affatto specialistico ma affascinante come una raccolta di racconti, un caleidoscopio di storie ma anche una preziosa fonte di informazioni e insegnamenti, il tutto corredato da splendide illustrazioni curate dallo stesso autore. Serve un cambio di passo per affrontare il futuro, stravolgendo comportamenti, stili di vita e modificando radicalmente la nostra idea di città. Su come farlo La pianta del mondo offre utili spunti di riflessione.