
In una città piena di mostri terribili e malvagi, governa un sovrano bugiardo. In questa città non vola più alcun uccello perché i mostri li cacciano per mangiarli: nessuna rondine annuncia più la primavera, gli uccelli migratori hanno cambiato rotta e non si ode più alcun cinguettio o sbatter d’ali. In questa città, un giorno, arriva una bambina e la notizia è subito sulla bocca di tutti. Anche il sovrano viene a conoscenza della novità e chiede alla bambina spiegazioni sulla sua visita. La bambina è una pittrice che viene da lontano e, a dimostrazione di quanto dice, dichiara di saper disegnare i volti dei mostri. Così tutti si mettono in posa, ma quando ricevono i loro ritratti non sono affatto soddisfatti del risultato: si vedono brutti, non si ritrovano nei disegni fatti dalla bambina. Lei ritiene che loro si vedano brutti perché sanno di essere cattivi, ma, quando dà loro questa spiegazione, i mostri si infuriano terribilmente e invocano la morte della piccola. Scappando dalle grinfie dei mostri, la bambina scopre le migliaia di uccelli imprigionati alle porte della città. Allora decide di escogitare un piano...
Fereshteh Najafi è un’illustratrice e autrice iraniana che è in Italia da più di 10 anni e vive a Genova. Ha illustrato 20 libri per bambini e ne ha pubblicati 3 come autrice e illustratrice, come ne La piccola pittrice, in cui ritroviamo le sue immagini, frutto di una ricerca che dura da sempre: “da quando ricordo, il colore, il pennello e la storia sono stati una parte importante della mia vita”, racconta l’autrice, che in ogni lavoro cerca nuovi modi per esprimere la sua arte, definita dai critici come “fantasiosa ed evocativa”. Ricchi di particolari e di colori pastello, i disegni di questo albo, in effetti, richiamano mondi mediorientali, provenienti dal passato del “c’era una volta” iniziale. Ed anche la storia è intrisa di richiami, nella sua lotta tra opposti: l’arte contro la malvagità, la libertà contro la tirannia, il colore contro l’oscurità, la cattiveria degli adulti contro la purezza dell’infanzia. La speranza risiede nel volto sorridente della coraggiosa bambina pittrice che, con la sua arte ed un mazzo di fiori in mano, sfida i mostri malvagi. È proprio l’autrice a dichiarare che l’arte è “il linguaggio più prezioso che collega tutti insieme”.