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La più grande

Canton, 1770. Una bambina lavora come cameriera, quasi una schiava, nella locanda dell’irascibile Bai Bai. È Shi Yu, ultima tra gli ultimi, orfana e sola. Qualche piccola gentilezza le arriva dalla Vecchia Jia, la cuoca. Un giorno, durante il servizio ai tavoli, portando un vassoio pieno di ciotole di zuppa di rane troppo pesante per le sue piccole braccia, inciampa e cade. Il brodo bollente schizza sui clienti, che la rimproverano malamente. Tre ciotole si rompono, mentre la quarta rimane sospesa ad un palmo da terra, in equilibrio perfetto nell’incavo tra il piede e la caviglia di un ragazzino. Shi Yu, sotto una gragnuola di improperi, non piange, ma lo guarda affascinata, sta in piedi su una gamba sola in perfetto equilibrio e tiene la ciotola con l’altra gamba. Chi è? Come avrà fatto? Queste sono le domande attraversano la sua mente. Arriva Bai Bai di corsa per scusarsi con i clienti, inchinandosi ripetutamente. Prende a calci la bambina, facendola smuovere, per pulire quel disastro con secchio e stracci. A fine serata l’aspetterà la frusta. Lei è inciampata su un piccolo sgabello spinto da qualcuno tra i suoi piedi lunghi e brutti, infatti i suoi non sono stati fasciati appena nata. A notte fonda la Vecchia Jia la cura e mentre le mette la pomata sulle ferite, Yu si fa coraggio chiedendole se conosce quel ragazzino. Jia lo conosce è Li Wei, il nipote di Li Peng, un vecchio ubriacone buono a nulla. Passa qualche giorno ma Yu non si rassegna, deve sapere, rivede Li Wei e gli chiede come ha fatto a prendere la ciotola. Insiste come una piccola tigre furiosa, lo graffia, vuole imparare. Li Wei cede, è suo nonno che gli insegna e anche se sembra male in arnese è un maestro del Wushu dell’Aria e dell’Acqua e lo sta istruendo. In quel momento Shi Yu sente che la padronanza delle arti marziali sarà il suo biglietto per sfuggire alla miseria della sua triste situazione, è la chiave di volta della sua vita, che già intravede piena di avventure e battaglie.

La più grande trae ispirazione dalla vita della più famosa piratessa cinese, Ching Shih, nata nel 1775 e vissuta a Canton. È un libro per ragazzi che anche gli adulti potrebbero leggere con grande soddisfazione. Scorre in un soffio, si respira il mare, si assaporano piatti, seguendo la crescita di Shi Yu bambina, Ranocchietta piccola pirata, per arrivare a Lama Volante, comandante con pieni poteri. Vive, lotta, cresce, da ragazza a donna, ama, si sposa e diventa madre. È furba, veloce e intelligente come ogni allievo del Wushu dell’Aria e dell’Acqua dovrebbe essere e lei ne diventerà l’ultima maestra. Appassionata, tenace, raffinata, l’eroina del romanzo è circondata da tanti personaggi. C’è Tigre Scarlatta - un tipo alla Wolwerine con una sciabola a corna di cervo, che agisce senza riflettere, infatti sarà lui a rapire Yu da piccola senza un valido motivo. Gigante di pietra invece è un omone enorme, vestito solo di una grossa e pesante catena arrotolata da capo a piedi, ma quando se la toglie sono problemi per i nemici. Poi c’è Drago d’oro, che salva la vita a Yu, prendendola come aspirante pirata. Abbondanza è il cuoco della ciurma che le farà quasi da padre. Piccola Furia è un ometto piccolo e intelligente, porta due grandi martelli incrociati sulla schiena ed è un grande stratega, un Tyrion Lannister della pirateria. A ogni nome, una storia, un carattere, un dettaglio. Utilissimi a questo proposito l’indice dei nomi e il glossario all’inizio del libro. Davide Morosinotto aveva previsto un viaggio in Cina, ma a causa della pandemia vi ha dovuto rinunciare. L’ispirazione primaria gli è arrivata dalla lettura del libro I pirati dei mari orientali di A.G. Course (Odoya 2016), dove si può leggere la vera storia della più importante piratessa cinese, Ching Shith, che terrorizzava il Mar della Cina all’inizio del XIX secolo, avendo al suo comando la più grande flotta pirata della Storia: più di 300 giunche con a bordo da 20.000 a 40.000 pirati, uomini, donne e persino bambini. Morosinotto ha sopperito alla mancanza del viaggio con un maggiore studio preparatorio per l’ambiente, il cibo, il periodo storico e ha chiesto ad esperti sinologi una lettura scientifica per correggere le incongruenze. Ha sostituito il viaggio anche con Wattpad piattaforma in cui si può scrivere e chi legge può commentare e suggerire. Pubblicando i capitoli ogni tre giorni ha ascoltato i pareri dei lettori appassionatisi alla storia. Quei capitoli ci sono ancora e possono essere considerati la bozza del libro che ha poi visto la stampa. Lo schema narrativo va in progressione con l’età della protagonista, dai sei ai quarantasei anni e non delude. Gli eventi sono incalzanti e si susseguono a ritmo elevato, senza trascurare però i momenti di riflessione di Yu, che seguono la sua crescita da bambina a donna, da cameriera-schiava a piratessa-comandante, tra un arrembaggio e l’altro. Ci sarà anche modo di sognare grazie alla storia d’amore impossibile tra Yu e Li Wei, loro sono destinati ad avvicinarsi, toccarsi, pur restando sempre lontani. Le loro vite andranno avanti, entrambi avranno altri consorti, ma non potranno mai scordarsi l’uno dell’altra e le loro strade continueranno a incrociarsi. Morosinotto ha un lessico importante ma fruibile e anche se ci sono parole difficili o sconosciute al lettore, dal contesto si arriva al significato facilmente, imparando anche senza il vocabolario vicino. Alla figura di Ching Shih anche il cinema si è ispirato: in Cantando dietro i paraventi di Ermanno Olmi del 2003 o in Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo diretto da Gore Verbinski del 2007, compare il personaggio della Vedova Ching, chiaramente ispirata alla piratessa. Un altro pregio di questo libro è la copertina, illustrata dalle sapienti mani della grande Rebecca Dautremer.