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La promessa

La promessa

A volte basta un attimo: è il tempo necessario a Vincent per capire che deve assolutamente interessarsi a quel caso. È vero, ha mollato il giornalismo, ora è un (forse) felice insegnante, eppure quell’aereo precipitato quasi lo chiama a sé. Non c’è nulla che lo trattenga, del resto: dopo la separazione dalla moglie, anche sul fronte sentimentale sono più i dubbi che le certezze. E poi ci sono gli attacchi di panico, quella tachicardia incontrollabile. E poi di nuovo quello schianto sulle montagne. Appena arrivato sul posto, il sangue del giornalista d’inchiesta ricomincia a fluire generoso: domande, ricerche, analisi sul campo, fino a fingersi volontario per poter mettere le mani sui relitti dell’aereo. Poi quel nome, quell’ipotesi che il copilota, un giovanotto di belle speranze, si sia suicidato portando con sé 150 persone innocenti e ignare. Che senso ha tutto ciò? Che senso ha la vita? 5 giorni di domande, riflessioni, intuizioni, per dare una svolta a un caso e a una vita intera…

Vincent De Boer, uomo di oggi. L’attacco di panico, disturbo di oggi. La separazione, condizione di oggi. Lo schianto dell’aereo Germanwings sulle Alpi francesi, storia di oggi. Se non c’è modernità in queste pagine, non ce n’è da nessuna parte. Non solo perché il casus narrativo è una drammatica vicenda vecchia di appena qualche mese ma soprattutto perché pensieri, riflessioni e lingua sono di straordinaria attualità. Che senso ha la vita, se bastano otto minuti per trasformarci in vittime? Che senso hanno le relazioni, se dopo quasi mezza vita insieme si rompono anche le più profonde promesse? Che senso ha il futuro, se ci troviamo schiacciati da decisioni non nostre? Senza troppa autocommiserazione, senza seriose pretese psicologiche, con un’apertura al misticismo e con estremo realismo, Vincent esplora la sua intera esistenza con fatica e profonda onestà, sfiorando un disfattismo quasi nichilista che, però, non vince. Se nel dolore personale si trova il dolore dell’umanità intera, è però vero che la salvezza è un percorso tutto individuale. Difficile, irto di ostacoli ma pur sempre accessibile.