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La ragazza con le parole in tasca

Il primo anno di corso presso il Longjoy College, una delle scuole di giornalismo più importanti del mondo, situata nell’Isola dei Santi, vicino a Venezia, è stato durissimo per Andrea Doyle, ragazza italo-irlandese impacciata e timida, cresciuta in compagnia dei suoi amati libri e del biglietto scrittole anni prima dalla madre, famosa giornalista irlandese morta da tempo, che reca un unico consiglio “scrivi, scrivi, scrivi”. Ma è stato anche un anno importante, perché le ha permesso di diventare parte integrante di un singolare gruppo di amici: il dolcissimo Andre, da sempre innamorato di Marilyn, cinica dal cuore buono, Uno, lo spagnolo gay sempre brillante e positivo, Joker, con la sua improbabile capigliatura, che la ha catturata fin da subito. Sta per cominciare il secondo anno di corso e Andrea sa che sarà ancora più complicato del precedente, soprattutto perché lei si trova in quel luogo grazie ad una borsa di studio, che deve mantenere a tutti i costi, pena l’esclusione, in quanto il padre George, umile portiere nell’albergo di proprietà del signor Tarallo a San Neri, non potrebbe mai sostenerla economicamente nel suo percorso di studio. Andrea è molto brava nello studio, ma capisce presto che, per mantenere la promessa fatta alla madre – diventare giornalista come lei – deve affrontare un’accanita competizione, soprattutto con la ben nota Barbara, aka Barbie; deve accettare le scelte, non sempre condivisibili, imposte dalla scuola e deve imparare a collaborare. Come se non bastasse, l’arrivo di Zen, un nuovo studente greco molto affine a lei, rompe l’equilibrio già precario del suo rapporto con l’inquieto Joker e i nuovi giovani studenti (che altro non sono che vecchie conoscenze, più qualche nuovo elemento) del corso di inglese che Andrea tiene, rubando tempo allo studio, per rimpinguare le sue magre finanze, non le daranno vita facile…

La scrittura dell’attrice Anna Dalton, classe 1985, di Arzignano, una cascata di riccioli rossi a tradire origini irlandesi, è una piacevole scoperta. Dopo L’apprendista geniale, romanzo d’esordio, torna con la seconda avventura di Andrea Doyle, timida studentessa aspirante giornalista, che con forza, determinazione ed una buona dose di goffaggine, insegue il suo sogno. È bello leggere- in un periodo di grande superficialità - di ragazzi giovani, ancora animati da aspirazioni, che cercano di realizzare con caparbietà ed di onestà di principi. Ad accompagnare Andrea nel suo percorso, una serie di personaggi che non sono solo corollari, ma parte integrante della storia. Ciascuno di essi spicca per peculiarità, dal timido Andre, sempre disponibile, allo svizzero Joker, il bello e tenebroso di rito, fino a Marylin, fuori dagli schemi, Zen, così simile per certi aspetti ad Andrea da spiazzarla e Uno, vera spalla, l’amico che ciascuno vorrebbe al proprio fianco. E, come in ogni storia che si rispetti, non mancano i “cattivi”, dalla spietata e bionda Barbie, che vuole primeggiare ad ogni costo e non esita a far fuori tutto quello che ostacola il suo cammino, ad Edipone, fidanzato della bionda di cui sopra, dalla personalità pressoché inesistente. E’ una storia di giovani e per i giovani, che celebra però l’amicizia, la forza di volontà e la tenacia, che permettono di realizzare i propri desideri… e questo vale a qualunque età!! Molto bella è l’ambientazione della vicenda: se Venezia, con le sue calli, i vaporetti e le viuzze avvolte nella nebbia, è una garanzia, coraggiosa ma vincente è la scelta di raccontare Burano, magnifico paese dalle antiche tradizioni e dai colori sgargianti, dove ancora è possibile incontrare signore sedute all’uscio di casa, intente a dedicarsi all’arte dei merletti e del tombolo. Respirare questa atmosfera che sa di passato e di magia è una carezza per il cuore.