
Milano. L’uomo che chiameremo Emme - come Maschio e forse Marco - è un affermato professorone di mezza età, architetto e intellettuale d’arte. Di notte, guidando la Mercedes blu stanco morto al termine di una conferenza (recita a memoria le altezze delle torri per restare sveglio), viene abbagliato dai fari di una Renault rossa che quasi gli sterza addosso e poi si schianta contro un palo, mentre una prostituta scende dal marciapiede e urla. Dentro l’auto la ragazza è rimasta ferita, arriva l’ambulanza. Emme torna a casa dalla Moglie, fra di loro le cose non vanno bene. La scena si sposta nella sala d’aspetto di un centro medico polifunzionale, tre donne per lo stesso ginecologo, il dottor Zardi: Silvia, occhiali rosa e capelli mossi, vivace single con un gatto; Chiara, magra e minuta, giovane coreografa, un figlio e una nuova intermittente relazione; Marta Bosco, bionda e statuaria, progettatrice di giardini, appena separata e incinta (da sola). Nei giorni successivi l’uomo ripensa all’incidente stradale e cerca di sapere l’identità e la storia della ragazza. Intanto seguiamo le tre donne che cominciano a parlare, restano lì per ore, imparano a conoscersi, narrano e battibeccano soprattutto di uomini e maschi…