
Dorset, Inghilterra, 31 dicembre 1919. C’è fermento a Chilcombe, la dimora della famiglia Seagrave. Il personale sostiene che oggi sia un giorno speciale, ma alla piccola Cristabel le ore sembrano trascorrere in maniera decisamente noiosa. Continuano a ripeterle che deve attendere e deve fare la brava. A lei non interessano affatto le storie in cui deve soltanto essere brava; preferisce di gran lunga quelle che hanno come protagonisti archibugi e cani. Ecco che qualcosa, finalmente, accade. Il padre di Cristabel, Jasper Seagrave, e la nuova moglie Rosalind sono a bordo di una carrozza che sta percorrendo il viale di accesso alla casa, un edificio enorme ricoperto di edera che da oltre quattrocento anni se ne sta rannicchiato in cima a una scogliera a picco sull’oceano. La carrozza si ferma e Jasper scende per primo, grasso e soddisfatto. Poi Cristabel nota uno stivaletto abbottonato, seguito da un cappello di velluto che si piega all’indietro per osservare meglio la facciata della dimora. Cristabel ignora il padre, uomo irascibile e barbuto che è spesso scontroso e non le interessa per nulla. Si avvicina invece alla nuova mamma e, prima che Jasper la presenti alla servitù, le porge una manciata di terra, raccolta poco prima tra la ghiaia, e qualche petalo di bucaneve. Rosalind è abituata ad accettare regali goffi. D’altra parte, ha accettato pure la proposta di matrimonio, sgraziata e aggressiva, dell’uomo panciuto e zoppo che è accanto a lei. Quando Jasper annuncia il nome della nuova moglie, si leva un applauso dalla servitù, mentre Cristabel si ritrova a pensare a quanto sia strano il fatto che la nuova moglie del papà abbia il suo stesso cognome. Mentre Rosalind si chiede se avrebbe dovuto portare un piccolo regalo a quella bimba orfana, a cui sicuramente mancherà la presenza di una figura femminile a farle da guida, Jasper la conduce all’interno dell’abitazione e le parla dei festeggiamenti in programma per quella sera. Cristabel, intanto, sgattaiola via e si rifugia nel regno della servitù: la cucina, il retrocucina, le cantine e le dispense. Là sotto è facile trovare un nascondiglio e sentire i pettegolezzi sulla nuova arrivata ...
Joanna Quinn è nata a Londra e cresciuta nel Dorset, la regione a sud-ovest del Regno Unito in cui ambienta il suo romanzo d’esordio: il primo episodio della saga dedicata alla famiglia Seagrave. La vicenda si apre con le seconde nozze del vedovo Jasper, uomo di mezza età apparentemente senza grosse qualità, con la giovane Rosalind, le cui prospettive di un matrimonio più ambizioso e fortunato sono state spezzate dall’avvento della Prima guerra mondiale. L’arco temporale entro cui si muove la storia va, infatti, dal 1919 al 1941, periodo funestato da guerre, privazioni e impedimenti che richiedono continui cambi di prospettive e di intenti. La narrazione si muove tra Rosalind e Jasper, la figlia di quest’ultimo, Cristabel, il dissoluto zio Willoughby e tutta una serie di personaggi molto ben caratterizzati, che contribuiscono a mostrare uno spaccato di vita verosimile e interessante. Sarà poi l’arrivo di una balena – arenatasi sulle rive della dimora di famiglia – a costituire quello che in narrativa viene definito “incidente scatenante”, episodio in seguito al quale nulla sarà più come prima. Le ossa del cetaceo, infatti, vengono utilizzate dalla giovane Cristabel per realizzare un teatro sulla spiaggia, un vero e proprio palcoscenico su cui rappresentare tutti i libri che la ragazzina ha letto, per lo più di nascosto, rammaricandosi del fatto che i protagonisti sono sempre e solo uomini. Ostentazione, sfarzo, ma anche dolore, ferite e voglia di ricominciare: il romanzo mostra, grazie a una penna capace di esplorare le pieghe più intime dei vari personaggi, la necessità di escogitare modi nuovi per scrivere la propria storia. Pur senza la drammaticità dei romanzi che costituiscono la meravigliosa saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard, che la storia della Quinn in qualche modo richiama, il lettore può trovare tra le pagine uno spaccato storico ben narrato – anche se a volte il ritmo è un po’ lento –, una serie di personaggi dall’interiorità complessa, sfaccettata e, proprio per questo, estremamente interessanti, e parecchi interrogativi che restano senza risposta e diventano perciò un buon motivo per augurarsi di avere tra le mani il successivo episodio della serie in tempi rapidi.