
Roberto Sini è nato quarantotto anni fa, il primo giorno di primavera del 1959. La sua vita è segnata sin dall’inizio da un parto podalico difficile, tanto che persino il dottore chiede di pregare perché il Signore lo prenda subito con sé, evitandogli tutte le sofferenze future, che saranno tante e certe. La sua infanzia la trascorre seduto sopra una sedia di legno costruita apposta dal nonno e che Roberto considera il suo unico luogo sicuro e con la quale si trascina per casa, tenuto d’occhio dal fratello, dalle due sorelle e dai genitori. La sua vita non ha grandi prospettive né orizzonti lontani. “È difficile spiegare come ci si sente a essere rinchiusi in un corpo che si ostina a opporsi a ogni impulso del tuo cervello. È come essere continuamente attraversati da una scossa elettrica, è indolore, ma ogni volta che provi a fare un movimento i muscoli ti si contraggono, umiliando il gesto e degradandolo a semplice intenzione”. Da un vecchio maestro che lo segue a casa, impara l’amore per i libri, unica via di uscita per visitare un intero mondo a lui precluso. Incastonato all’angolo tra il vicolo di casa sua e via Nazionale, assiste al passaggio delle persone e ai cortei funebri, che da lì devono passare, mettendo in scena una parata di volti e commenti sul defunto di turno. L’arrivo di Laura, figlia dei nuovi vicini, apre in lui nuove prospettive. La ragazzina è spigliata, lega subito con Roberto con il quale immagina un futuro assieme, così come molti ragazzini fanno. Ma gli anni passano, Laura da adolescente diventa una giovane donna e l’amore sognato da Roberto si trasforma in una illusione, mentre il suo corpo inizia la parabola discendente, portandogli dolori che solo le sedute di una giovane fisioterapista, con la quale avrà un rapporto particolare, sapranno lenire. Il tempo cambia anche la famiglia Sini, ciascuno prende la propria strada, mentre Roberto scopre l’amicizia di Piero, che lo accompagnerà per un tratto della sua vita che non potrà essere lunga. Ciò che gli rimane ora è un libro speciale che si trova nella biblioteca del paese dove in una pagina Laura ha scritto i loro nomi tanto tempo fa e sotto ai quali è comparso un nuovo nome, come fosse un mistero e un’ultima traccia da seguire…
Il racconto della vita di Roberto è affidata al nipote, al quale lo zio chiede di raccogliere le proprie memorie prima che le forze lo abbandonino. Perché tutti dovrebbero avere diritto a una vita degna di essere raccontata, mentre Roberto sente di aver avuto solo l’assaggio delle prime cinque note di quell’immensa sinfonia che lui immagina essere la vita stessa. Movimento, Conoscenza, Amore, Sesso, Amicizia mentre sente approssimarsi la settima e ultima nota: la Morte. Ne aveva parlato tanto tempo prima, proprio con Laura. “Che ne è stato della sesta nota?” gli aveva detto lei. “La sesta nota è la pace”, ”Quella manca sempre, la bastarda non suona per tutti”. Con altre parole, ma con il medesimo significato ne parla Goethe ne I dolori del giovane Werther, romanzo tanto amato dal protagonista: la pace dell’anima è una splendida cosa, è la Felicità perfetta. Peccato, amico caro, che sia una gemma tanto fragile quanto è bella e preziosa. Dal racconto del nipote, possiamo intuire quanta salita abbia dovuto affrontare Roberto per conquistarsi qualsiasi cosa nella vita. Quanto grattare con le unghie, quanto sbavare senza controllo, ma soprattutto quanta rabbia per quella gabbia fatta di nervi danneggiati impossibile da aprire deve aver provato Roberto, al quale la vita non ha risparmiato proprio nulla, dandogli come unico dono l’affetto di una famiglia che non lo ha mai abbandonato. La sua non è una storia semplice da raccontare ma non le manca nulla per definirsi completa, ben scritta, avvincente e persino commovente. Non a caso è stata premiata nel 2019, aggiudicandosi la XVI edizione del premio Gramsci, segno che l’opera contiene in sé un potenziale e un cuore pulsante che batte vivido. Considerato come un esordio letterario, in realtà per Gianni Usai La sesta nota è la seconda prova autoriale dopo l’ebook L’apocalisse alle cinque (https://mangialibri.com/libri/l%E2%80%99apocalisse-alle-cinque) uscito nel 2016 per Regina Zabo e con il quale già faceva intuire le doti di abilità narrativa qui confermate, segno di una maturazione interiore e consapevolezza dei propri mezzi raggiunte.