
1998, Haifa. Yuval, Amichai, Ofir, Churchill sono amici dai tempi della scuola, ora sono alla soglia dei trent’anni. Stanno guardando assieme la finale dei Mondiali di Calcio. Ofir lavora in un’agenzia pubblicitaria senza grosso trasporto. Churchill è il soprannome di Yoav, il più rampante e trascinatore. Yuval, formazione umanistica, è ancora alla ricerca della sua strada, ad appassionarlo sono le parole e la narrazione. Amichai si occupa di polizze mediche, è l’unico a essere già padre, è marito di Ilona, soprannominata dai suoi amici “la piagnona” per la sua indole sempre triste e depressa. Quella sera, mentre stanno guardando la partita, Amichai ha un’idea. Propone a tutti loro di scrivere in un bigliettino il proprio sogno da realizzare per il futuro. Obiettivo, ritrovarsi alla prossima finale dei Mondiali per vedere se quei sogni si sono concretizzati. E così Ofir si augura di poter mettere la sua scrittura a disposizione di qualcosa di più edificante e di veder pubblicato un suo lavoro, Amichai di aver aperto una clinica di terapie alternative, Churchill di “essere coinvolto in qualcosa che porterà a un cambiamento sociale”. Yuval semplicemente spera di stare ancora assieme a Yaara. Anzi no, di averla sposata e di aver fatto dei figli con lei, una figlia, sarebbe ancor meglio. Insomma, ne è proprio convinto, la ragazza che sta frequentando è proprio quella giusta. Si sono conosciuti da due mesi, alla mensa dell’università. Lei si era seduta poco lontano da lui, assieme a altri due ragazzi, con cui conversava di uno spettacolo teatrale. Ma a un certo punto i suoi accompagnatori se n’erano andati e lei era rimasta a leggere alcuni fogli. Aveva alzato gli occhi e chiesto a lui il significato di una parola in inglese. “Revelation”. Yuval aveva ringraziato il destino e la sua educazione anglosassone per avergli regalato quell’assist incredibile, dato che non avrebbe mai avuto altrimenti il coraggio di rivolgere la parola a quella ragazza che gli piaceva moltissimo. Da lì si erano scambiati i numeri, lei lo aveva subito chiamato, erano usciti. Pensare che ai suoi amici di sempre ancora non l’ha fatta conoscere…
Questo romanzo è fondamentalmente la storia di un’amicizia. Anzi di quattro amicizie tutte assieme, quelle amicizie maschili, robuste e solide, intense nella vicinanza come nello scontro. Protagonisti sono quattro giovani dalle storie personali molto diverse e dai destini tristi che continuano a essere sempre intrecciati. Voce narrante è Yuval, a cui fa da controcanto il commento di Churchill. Due personaggi uniti dall’amore per una donna, Yaara. Quella che Yuval non riesce a levarsi dalla testa nemmeno dopo anni che a lui ha preferito proprio uno dei suoi migliori amici. Due giovani uomini molto diversi tra loro, quasi all’opposto, uno insicuro, caratterizzato da “stitichezza emotiva”, come si definisce, e con le idee ancora poco chiare su cosa fare della sua vita. L’altro invece forte, convinto delle proprie potenzialità, a tratti sbruffone. Un soprannome che parla da solo e che rimanda alla sua vocazione da accentratore. Tra di loro una donna affascinante e quasi superba, “profondamente sicura della propria femminilità, e padrona di un concreto bagaglio di conoscenze su cosa conquista gli uomini”, un modo di fare che però nasconde a sua volte delle fragilità. La morte e la tragedia che irrompe nella loro amicizia da un lato li unisce dall’altro fa emergere dissapori, tensioni mai risolte, ambiguità. Spirali di buio che in vari momenti avvolgono ognuno di loro, il “male oscuro” che Yuval conosce molto bene e che racconta con dovizia di particolari, quella depressione a cui anche altri soccombono. “La simmetria dei desideri” è un romanzo sulle relazioni, sui sentimenti e sulla loro complessità. Sui conflitti intimi che albergano nell’animo delle persone, si piazzano lì e a volte deflagrano nei modi più inaspettati. Una narrazione ricca di pathos, capace di arrivare dritta al cuore di chi legge, eppure lineare, meravigliosamente organica e senza fronzoli.