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La Spada, il Cuore, lo Zaffiro

La Spada, il Cuore, lo Zaffiro

Molti avventurieri orbitano sulle colline intorno a Glavis: sono alla ricerca di un drago (che nessuno però sembra avere visto da decenni), perché lo sanno tutti che dove c’è un drago c’è sempre vicino un tesoro. Ma non si può passare da Glavis senza soggiornare almeno una notte alla “Locanda dell'Ippogrifo”,un vecchio edificio in pietra ai margini del villaggio; qui si servono ottima carne e birra e gira voce che è proprio nella locanda che molti hanno scoperto la strada che li ha condotti alla meta...T’Aurek sale ogni anno alle vette della montagna per parlare con gli dei, ma l’invidia che lo segue si è trasformata in una freccia che lo coglie impreparato – per fortuna solo di striscio ‒ facendolo scivolare in un crepaccio dalle pareti di ghiaccio azzurro. Ha la gamba bloccata dalla neve, la vetta è lontana, lassù, riesce a malapena a scorgerla con la coda dell’occhio. Mentre di fronte a lui (d’improvviso la vede!), c’è Roberta, un’allucinazione bionda vestita di colori sgargianti... A Milano, in via Pontaccio, c’è un fantasma che abita un quattro vani dentro un palazzo borghese: è quello di Giorgio Bruschi, morto suicida. Dalla tragedia c’è stato un viavai continuo in casa: dopo l’invasione di carabinieri, finanzieri e giornalisti, anche Clotilde e Samantha hanno fatto una breve incursione; nessuna di loro due ha versato per lui una lacrima, impeccabili nei loro vestiti eleganti e trucco perfetto. Samantha, la sua amante, ha intascato trecento euro trovate in un cassetto; sua moglie Clotilde, una stilografica Montblanc dimenticata sul comodino. Poi l’appartamento è stato venduto e l’acquirente lo ha affittato a tre studentesse ad un prezzo esorbitante. Due di loro non turbano affatto il fantasma, anzi, sembrano l’esatta e superficiale fotocopia delle donne della sua vita. Ma la terza è diversa, col suo volto semitico e la proverbiale sciatteria della donna musulmana. Ed è come se riuscisse sempre a percepire la sua presenza... Amrod sta piangendo di nascosto sotto l’acero: si sente solo, perché ha perso il suo amore segreto e prezioso, e perché non si sente affatto tagliato per il ruolo di sovrano che è stato costretto a ricoprire dopo la morte di suo padre, dopo una sanguinosa guerra durata per ben due anni dalla quale è uscito vincitore. Sua madre e sua sorella Erya lo disprezzano: quest’ultima sta per perdere suo marito Erto, amico d’infanzia di Amrod,condannato all’impiccagione per tradimento, per avere passato informazioni all’Imperatore nemico, Leopardo di Mar-Tial. Non c’è niente che si possa fare, la legge è legge, e Amrod, suo malgrado, ha il dovere di farla rispettare. E pensare che due anni prima progettava solo di fuggire, magari nell’estremo est, dove sarebbe stato soltanto un uomo qualunque. E lui e il suo Luvan si sarebbero amati, passeggiando semplicemente mano nella mano. Mentre lì nel Sal, il suo regno, non poteva ambire a nessun abbraccio se non a quello delle tenebre...

Questi sono solo alcuni dei bei racconti, dieci in tutto, che compongono l'antologia di Antonella Mecenero, prima donna ad essere premiata dalla RILL con una “personale” a lei dedicata (all'interno della collana Memorie dal futuro coniata nel 2011), essendo stata negli anni una delle autrici che più si è distinta all'interno del premio indetto proprio dalla casa editrice. Il genere predominante è il fantasy (ma c'è tanto di fantastico e anche una spruzzatina di giallo, altro genere in cui la Mecenero si è cimentata in più di un'occasione),un genere solitamente codificato in modo rigido e che l'autrice rivisita senza sconvolgimenti di sorta, inserendo elementi nuovi e moderni legati principalmente alla “diversità” dei suoi protagonisti. Come molti fanno tra gli scrittori di fantasy, anche la nostra autrice si è inventata un mondo: è il Leynlared, all'interno del quale ci si può imbattere in figure convenzionali come maghi, draghi, nani e impavidi cavalieri, ma anche, e sopratutto, in personalità anticonformiste per i quali l'amore e il suo potere salvifico rivestono più importanza che l'onore e il coraggio dimostrati sui campi di battaglia. In questa antologia i racconti ambientati nel Leynlared sono solo gli ultimi quattro (La recluta muta, Come tela di ragno, Quello che gli uomini sognano, Nulla che non sia già mio), ma tanti bastano per darcene una buona visione d'insieme e presentarci alcune delle sue figure chiave, animate da conflitti interiori così potenti da balzare in primo piano rispetto alla vicenda vera e propria. Come ad esempio Ketti, una guerriera che niente ha da invidiare ai suoi colleghi uomini (che al contrario invidiano lei) ma che in virtù della sua appartenenza al sesso debole viene relegata al comando di una compagine di second'ordine, formata da reclute per lo più pigre o ritardate; e sopratutto Amrod, un concentrato di fascino e idealismo, sensibilità e dolore; una figura dominante con la quale è facilissimo stabilire un'immediata empatia. Un sovrano “amante d'uomini”, qualcosa che un “Leylord” non può mai essere, e per questo condannato alla solitudine e alla diffidenza dei suoi sudditi. Nel mondo della Mecenero, esattamente come nel nostro, i protagonisti sono chiamati a combattere – e in parte a perdere - col pregiudizio radicato, un nemico che a lungo andare può rivelarsi più infimo di un drago. La Spada, il Cuore, lo Zaffiro ci coinvolge – e a tratti commuove - con estrema semplicità di stile (diretto e leggero ma mai banale o superficiale), mettendo a nudo le fragilità di personaggi che altri non sono che il nostro “fantastico” riflesso, uomini alla ricerca di se stessi e del senso profondo della vita.